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MORSI 2025 - XI Edizione

Rassegna di danza e prosa realizzata dalla Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi con il contributo del MIC

a cura di Marinella Guatterini

17 ottobre > 2 novembre 2025
ogni venerdì e domenica alle ore 20
(venerdì 31 ottobre h.18:00)

Sala Teatro - via Salasco 4, Milano
Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi

Crediti

Coordinamento | Marinella Guatterini
Assistente al coordinamento | Davide Montagna

Tutor dei progetti EN AVANT! | Paola Bedoni, Paola Lattanzi

Luci | Paolo Latini, Simona Ornaghi
Costumi | Nunzia Lazzaro
Elementi scenici | Alice Capuani, Mattia Franco
Progetto fotografico | Denise Prandini
Coordinamento organizzativo | Camilla Gentilucci, Lorenzo Vannacci

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MORSI 2025, PIÙ IN LÀ DELLA DANZA E DELLA PAROLA

di Marinella Guatterini

MORSI 2025 compie undici anni e cambia. Senza mutare la sua natura di vetrina “mordace”, si allontana e/o dribbla i festival milanesi di settembre o incipienti in ottobre, per continuare il suo percorso di messa in mostra di una giovane coreografia e di un teatro fisico che ha già preso la parola, e quando riesce formula sperimentazione e ricerca.
Burnin’ performance della regista Arianna Sorci - giustamente anteposto al resto - è esempio eclatante della collaborazione tra varie discipline. La multidisciplinarietà di cui troppi sproloquiano e pochi sono in grado di articolare, è fiore all’occhiello della Scuola, per dare forza a un’arte contemporanea che tanto spesso va anche in quella direzione. Con i danzatori/coreografi/performer Chiara Carducci, Aichatou Cherif, Claudio Gattulli, Carlotta Perego e il dramaturg Alessandro Petrillo, ci sposteremo così nell’ampia corte d’ingresso della “Grassi” dove sarà parcheggiata una macchina. Oggetto non sono casuale: la pièce nata da una sperimentazione nel 2023, già muoveva i suoi passi riflettendo sul fenomeno del burn out esplorato dal coreano Byung-Chul Han, filosofo di chiara fama, in La società della stanchezza (2020).
Mosca Cieca testo di Silvia Guerrieri messo in scena da Athos Mion, regista diplomato e pure drammaturgo,- tante volte in coppia con l’indimenticabile Filippo Bonacchi, danzatore/performer/clown (Corso Danza Contemporanea) tragicamente scomparso poco più che ventenne in questo terribile 2025 - , agisce nel vortice di un teatro fisico e di parola. Svapora e si accende il ricordo delle Tre sorelle di Céchov - interpretate da Diana Bettoja, Silvia Guerrieri, Miriam Moschella - speranzose e disilluse, in questa pièce dedicata invece alle ripetute offese alla femminilità e agli incessanti femminicidi.

Al pari della sezione teatro, sempre cangiante nel solco delle continue trasformazioni della scena performativa odierna, e a cura della Direzione della Scuola, anche l’ambito coreutico contemporaneo quest’anno ha mutato volto. I sei En Avant, distribuiti in due serate distinte, sono tutti a cura di studenti diplomati Afam, ovvero con laurea equipollente di primo livello. Giunti a questo traguardo speciale in numero di quattordici, gli studenti hanno vissuto tagli di necessità nella selezione dei loro progetti ai quali, tra l’altro, si sarebbero potute accostare le Masterclass importanti di questo per loro ricco A.A. 2024-2025 (giunte sino a Parigi e con mirabile successo!). Guardano al futuro, questi En Avant? Per ora sono un’eloquente cartina di tornasole delle personalità di autori e interpreti co-autori e di quanto hanno saputo rattenere negli anni “meravigliosi e terribili” della Scuola, come ripeteva con il suo contagioso sorriso l’indimenticato Filippo.

Et voilà. Senza coda di e con Arianna Delle Gemme è un solo paradossale e ambiguo: la coda che Arianna porta in testa ricorda una delle più esilaranti creazioni di Merce Cunningham alle prese con un maglione dal quale non spuntava mai il suo viso. Ma va bene così: ben pochi sanno, o ricordano, fuori degli ambiti preposti chi sia stato questo silenzioso e radicale ribelle nella danza e soprattutto nella coreografia; per giunta Senza coda è un assolo inquieto, magari ironico ma per nulla ridanciano. Podiàfos di Priscilla Cornacchia, autrice e danzatrice del pezzo che interpreta assieme a Giorgia Atti, Alvise Gioli, Miriam Maso, è invece un concentrato di energia e libertà; dentro l’oscurità, i corpi si purificano nel rito di una luce solo interiore. E’ una rinascita forse scaramantica in un mondo giusto e armonioso che non c’è ma che in ogni caso brilla sotto i piedi di questi tedofori in viaggio (verso le Olimpiadi?) tra i testi scritti e cantati anche dall’autrice. Alla fine della prima tornata dei progetti, Prometheus di e con Marcello Malchiodi è la seconda tappa di una trilogia dedicata all’indagine delle molteplici declinazioni della follia. L’assolo s’ispira liberamente al romanzo L’ultimo giorno di un condannato di Victor Hugo, e ne riprende la tragica condizione psicologica dell’emarginato. Interessante la modalità della ricerca, nata anche dall’osservazione delle condizioni di vita dei carcerati nelle “belle” prigioni italiane.

Con il suo terzetto tutto femminile - Giorgia Atti, Arianna Delle Gemme, Rossana Martire - e il titolo della sua pièce, un po’flamboyant e un po’anni Sessanta, Alvise Gioli sembra evocare calde e serene estati al mare. In realtà l’autore di In fondo alla litoranea pretende dalle sue danzatrici tuffi in catinelle d’acqua, un continuo restare in apnea, un trasformarsi in pinne e in nuotatrici. E’ un sadismo calcolato nell’apertura della seconda tornata degli En Avant. Alvise ragiona sull’ontologia acquatica, sul nostro rapporto con l’acqua - lo scrive lui stesso - e sulla necessità di dover riconsiderare questa nostra relazione: l’acqua ora ci manca ora ci inonda. Finiremo per immergervisi, cambiando habitat dopo aver preso un ultimo respiro. I liquidi affascinano anche Lorenzo Dino Marchionni che lascia a una coppia - Elia Bucchieri, Arianna Delle Gemme - il suo forse autobiografico“ Tutto ciò che non riesco a dire sono io”, in Quando l’acqua diventa ghiaccio. La ricerca per giungere alla creazione del duetto che per fortuna mai cede alla didascalia, risale allo studio sulla sensibilità dell’acqua del giapponese Masaru Emoto, saggista e pseudoscienziato giapponese interessato addirittura alla memoria dell’acqua, alla sua emotività “atomica”. Lorenzo trasferisce questo inedito bagaglio nelle relazioni umane, nelle emozioni contrastanti dettate da “non detti "e infinitesimi dettagli: un sospiro, uno sguardo, un fonema, laddove regna il silenzio o una micro - musica d’ambiente.

Infine Pelle di e con Giovanna Seccia s’interroga sui mutamenti della vita in generale, sull’equilibrio tra tenere o lasciare ciò che appartiene al passato e sul dubbio che quest’abbandono, entro una transizione incerta, sia davvero necessario. Parrebbe un assolo d’impronta psicologica; in realtà è un breve viaggio verso un’Itaca, suggerisce l’autrice, che non è meta ma tappa. Il tutto benedetto da una breve ed esistenzialistica, poesia di Giorgio Caproni: “Il mio viaggiare. E’ stato tutto un restare qua, dove non fui mai”.
Nell’insieme in questi En Avant si noterà una decisa necessità di riflettere se non di ricercare, con riferimenti ad artisti visivi importanti e a musicisti non da discoteca. E’ una sprezzatura per chi, dopo tanto lavoro con i docenti del Corso, si permette il lusso dei significanti, e gioca con il movimento riconsegnandolo al piacere di costruire forme poetiche e/o misteriose (Kant), ma mai con l’intento di produrre significati talmente comprensibili da risultare univoci. Gli En Avant insorgono contro le leggi che inchiodano lo spettatore al “già noto”. Preferiscono spronarlo a entrare in sintonia con ciò che vede attraverso i suoi sensi, la sua sensibilità, i suoi pensieri anche diametralmente opposti a quelli dell’autore, prediligendo sempre l’istinto alla ragione.

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Una giornata particolare

Esattamente in questo solco s’inserisce la sorpresa “Danzare Oltre”- omaggio a Dominique Dupuy (1930- 2024), artista quasi emarginato e poi diventato “un tesoro nazionale” vivente per i francesi, e non solo, nel suo essere stato il primo maestro di una danza senza regole, ma perfetta e già contemporanea, creando, teorizzando e scrivendo accanto all’amata Françoise Dupuy, sua compagna di vita. La vetrina di “Morsi” non è solita predisporre omaggi, ma quest’articolato evento, - con proiezioni, incontri, dialoghi, frammenti spettacolari e una masterclass - che parte proprio nel giorno di nascita di Dupuy - il 31 ottobre - richiama gli anni della presenza del maestro alla “Paolo Grassi” e di quegli ex-studenti che hanno dichiarato di aver fortificato la professione non certo facile del danzatore proprio grazie al suo esempio. Nel 2014, in occasione del suo secondo ritorno a Milano, Dupuy scrisse una lettera in cui trionfa un’idea pedagogica e artistica ancora viva. Vale la pena rileggerla.

MORSI 2025 chiude com’è iniziato con Lexicon, pluripremiata pièce teatrale della Compagnia CORPORA - Eliana Rotella (Dramaturg) e Giulia Sangiorgio (Regista) Lexicon è un dialogo tra due donne, in due città diverse, a confronto con la mestizia del lavoro precario e della propria impotenza. E' pure il tentativo di dirsi dell’amore frustrato dalla distanza fisica, dal traffico, dal meteo, dalla personale ingiunzione al non dire e al non dirsi. Al di là dei loro scambi frettolosi e distratti, compiuti tra il bordo del letto e la sella di una bicicletta, le due protagoniste si esprimono principalmente attraverso messaggi ipotetici, cancellati, interrotti o disturbati, che fungono da specchio di un disagio economico, sociale ed esistenziale. I suoni ambientali, creati digitalmente da Andrea Centonza, come il ticchettio delle tastiere o lo scrosciare della pioggia, acuiscono questo senso di solitudine, creando vere gabbie sonore attorno alle due attrici Ilaria Felter e Lorena Nacchia.
Anche qui un recitare “quando tutto appare consumato”.

Il Calendario degli spettacoli

Prosa
17 – 19 OTTOBRE
venerdì 17 ottobre h.20 - Burnin di Arianna Sorci
domenica 19 ottobre h.20 - Mosca Cieca di Athos Mion

Danza - Serate EN AVANT!
24 – 26 OTTOBRE
venerdì 24 ottobre h.20
Senza Coda di e con Arianna Delle Gemme
Podiàfos di Priscilla Cornacchia
Prometheus di e con Marcello Malchiodi
domenica 26 ottobre h.20
In fondo alla litoranea di Alvise Gioli
Quando l’acqua diventa ghiaccio di Lorenzo Dino Marchionni
Pelle di e con Giovanna Seccia

Evento + Prosa
31 OTTOBRE / 2 NOVEMBRE

venerdì 31 ottobre h.18
Danzare Oltre_ Buon compleanno Dominique Dupuy!
domenica 2 novembre h.20
Lexicon un progetto della compagnia CORPORA

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SECONDA SERATA
In fondo alla litoranea di Alvise Gioli
Quando l’acqua diventa ghiaccio di Lorenzo Dino Marchionni
Pelle di e con Giovanna Seccia

domenica 26 ottobre 2025 h.20
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DANZARE OLTRE: Buon Compleanno DOMINIQUE DUPUY!

Evento inserito in MORSI 2025 - Rassegna di Teatro + Danza della Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi - 3° week end

Una dedica al danzatore francese Dominique Dupuy (31.10.1930 - 1.05.2024) attraverso testimonianze, danze ed estratti di coreografie, letture e parole dai suoi testi, proiezioni video
a cura di Marinella Guatterini e Cristina Negro

venerdì 31 ottobre a partire dalle ore 18:00
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Mosca Cieca

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testo di Silvia Guerrieri
regia di Athos Mion
interpreti Diana Bettoja, Silvia Guerrieri, Miriam Moschella
scenografia Flora Pirovano
costumi di Sara Banterle

domenica 19 ottobre 2025 h.20
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Lexicon

Spettacolo inserito in MORSI 2025 - Rassegna di Teatro + Danza della Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi - 3° week end

Progetto compagnia CORPORA
testo di Eliana Rotella
regia di Giulia Sangiorgio
con Ilaria Felter, Lorena Nacchia, Eliana Rotella
progetto multimediale Andrea Centonza

domenica 2 novembre 2025 h.20
Sala Teatro - via Salasco 4, Milano
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Burnin'

Spettacolo inserito in MORSI 2025 - Rassegna di Teatro + Danza della Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi - 1° week end

a cura di Arianna Sorci
Dramaturg Alessandro Petrillo
Performer Aichatou Cherif, Chiara Carducci, Claudio Gattulli, Carlotta Perego

venerdì 17 ottobre h.20
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Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi

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