Alla 40a edizione dello storico festival cittadino (27 novembre - 6 dicembre 2020), nella sezione “Prospettive” sono stati selezionati i documentari Quadri dalla Quarantena, il lungometraggio interamente realizzato dai nostri studenti durante il lockdown con la regia di Filippo Romanengo, Piazzale Europa di Andrea Sanarelli, Marta Innocenti, Mariano Beck ed Eleonora Ferri diplomati di Documentario e Alo di Chiara Veneziano anche lei ex studentessa della Civica Scuola di Cinema.
I film, tutti in anteprima mondiale, verranno presentati online sulla piattaforma MyMovies.it rispettivamente il 2, il 3 dicembre e il 29 novembre e saranno disponibili per 72 ore per un max di 700 visioni.
Il sito del Festival
Quadri dalla Quarantena
di Filippo Romanengo
Marzo 2020: l'intera Italia viene chiusa, la vita sospesa dentro le case dal Nord al Sud. Quattro giovani studenti di cinema si ritrovano improvvisamente bloccati nel loro percorso: la scuola è ferma, il progetto di diploma interrotto per non si sa quanto tempo. Ma con i pochi materiali a disposizione cercano di raccontare, e mettere in scena, ciò che sta accadendo intorno a loro – all'interno delle case dalle quali non ci si può muovere, e che diventano i “set” di Quadri dalla quarantena film diretto da Filippo Romanengo, da una idea di Nicolò Bassani, Alicia Bergamelli, Andrea Dotto, Elisa Fioritto, Alessandro Lattante, Lorenzo Nicolino, Cecilia Ravera, Andrea Serventi, Carolina Stichter, Alessandro Tempestini, Elia Truffelli e dello stesso Romanengo. Fra Reggio Emilia, Padova e Milano, da chi come Elisa è rimasta “bloccata” dal fidanzato e - mentre i cartoni della pizza si accumulano - mantiene un rapporto via Skype con la famiglia e con la sorellina che sente la sua mancanza, a chi, come Alessandro, Carolina e Nicolò, si ritrova a vivere la quotidianità del lockdown insieme ai familiari. A fare da sfondo alle loro “storie” c'è ciò che abbiamo vissuto tutti, al netto della facile retorica dei canti dai balconi: i bollettini della protezione civile, le discussioni sui contagi, le chiamate su zoom, il rapporto con gli animali, la relazione familiare e allo stesso tempo nuova con le mura domestiche. Quadri dalla quarantena però non è alla ricerca di un rispecchiamento, non cerca di raccontarci quanto già sappiamo, ma prova a dare forma ai personaggi e ai rapporti che si muovono dentro un'esperienza da noi tutti condivisa.
Piazzale Europa
di Andrea Sanarelli, Marta Innocenti, Eleonora Ferri, Mariano Beck
A Pavia, nel piazzale dove ogni estate arriva il luna park, c'è il campo sinti in cui vive la famiglia Casagrande: Alex e Ketty e i loro figli. Da giovani, dice la coppia, hanno fatto la “fuitina”, “come nel Sud Italia”: è una tradizione sinti, dopo pochi giorni si torna al campo, si fa il giro delle famiglie e si chiede perdono. Alex e Ketty si raccontano davanti alla telecamera dei quattro registi di Piazzale Europa, all'ombra delle giostre che nei giorni estivi sono sempre in movimento, e dove i ragazzi del campo si mischiano ai “gagé” - tutti i non sinti, anche i camminanti che portano le giostre e con cui i rapporti sono difficili come con tutti quelli che perpetuano i luoghi comuni razzisti rivolti da sempre a queste comunità: “Entra a mangiare a casa mia e poi mi potrai dire come sono”, osserva Alex. Il figlio maggiore di Alex e Ketty ha pure lui fatto la fuitina: ora, appena diciassettenne, vive con la sua compagna in un circolo destinato a ripetersi. I genitori hanno provato a fermarli - “erano troppo giovani” – ma davanti alla loro determinazione si sono infine arresi. Ketty però ha grandi speranze per l'altra figlia adolescente, con ottimi voti a scuola: potrebbe iscriversi all'università e fare una vita “diversa”. Non a casa, a prendersi cura dei figli, ma “scegliendo un lavoro che le consenta di viaggiare”, come sogna per lei la mamma. Il padre non è fiducioso, non sembra credere alle strade che deviano dalla tradizione: “Inciamperà”. Nel tempo sospeso dell'estate però tutto appare ancora possibile.
Alo
di Francesco Catanese, Chiara Valenzano
In un paesaggio sconfinato, senza segni della presenza umana per chilometri, sorge Ilakaka, la città del Madagascar nata dopo la scoperta, nel 1998, che il suolo della zona è fra i giacimenti di zaffiri più grandi al mondo. Per le strade girano persone di tutte le nazionalità: le pietre preziose attirano compratori e venditori in particolare da Thailandia e Sri Lanka, ma anche dall'Europa, mentre a cercare gli zaffiri nella profondità della terra arrivano “prospectors” da tutta l'Africa subsahariana. Ma le pietre preziose sono solo una delle tante ricchezze per le quali l'Africa viene depredata e sfregiata, e chi lavora nelle miniere è escluso dall'immenso guadagno che le gemme genereranno in altri paesi. Fuori dalla città, ci sono invece le tribù che da sempre abitano la zona: il loro stile di vita non ha niente a che vedere con la “febbre dello zaffiro”, ma non può che venirne influenzato in questo vorticoso movimento di esseri umani, culture, idee e speranze. Attraverso il composito mondo che gira intorno alle gemme, e i vari stadi che queste pietre attraversano - dalle miniere agli anelli in cui vengono incastonate - Alo di Chiara Valenzano e Francesco Catanese dipinge il ritratto di un angolo di mondo che attira verso di sé persone e storie di tutti i tipi, che si rifrangono in mille direzioni come la luce sulle pietre preziose.