Il documentario Minör di Matteo Bontempi, Giacomo Mantovani, Andrea Panni, Pietro Repisti – dopo diversi anni di circuitazione e riconoscimenti in festival nazionali ed internazionali è stato selezionato al World Class Film Awards 2023 che si svolgerà a Mexico City il 16 e 17 Giugno. Il documentario è candidato per la migliore colonna sonora per il brano di Davide Van de Sfroos.
Ambientato a Frontale, un piccolo paese della Valtellina, Minör scava in profondità nella memoria per raccontare, attraverso le testimonianze di alcuni tra gli ultimi minatori italiani, la dignità di un mestiere che va scomparendo e il senso di appartenenza ad una comunità ormai quasi invisibile. Racconto intimo e profondo, il film è anche una testimonianza preziosa e rara di una delle poche miniere di quarzite ancora attive in Italia. Passano gli anni e, nonostante nelle viscere della galleria cambino le tecniche e le condizioni di lavoro, in superficie, ancora vive l’orgoglio di essere minör.
Minör è stato realizzato con il sostegno del MiBACT e di SIAE, nell’ambito del programma “Per Chi Crea” e con il supporto del Comune di Sondalo, Assessorato alla Cultura, Minerali Industriali.
Il sito del Festival
Minör
di Matteo Bontempi, Giacomo Mantovani, Andrea Panni, Pietro Repisti
Frontale è un piccolo paese dell’alta Valtellina, i cui abitanti da generazioni tramandano il mestiere del minör, del minatore. Attraverso le testimonianze di alcuni tra gli ultimi minatori italiani si costruisce la narrazione di un mestiere ormai dimenticato, ma non del tutto scomparso, dove l'esperienza, le conoscenze pratiche e la trasmissione dei saperi professionali uniscono i lavoratori di oggi a quelli di ieri in un senso collettivo di appartenenza. Il lavoro del minatore, che ha da sempre caratterizzato questa comunità, rischia oggi di scomparire di fronte alla difficoltà delle nuove generazioni di intraprendere questo mestiere, ai progressi tecnologici e alla minor necessità di manodopera.
Il documentario porta sullo schermo il fragile legame tra le condizioni di lavoro nella galleria negli anni Cinquanta e la freddezza dei macchinari moderni, a discapito degli stereotipi che spesso erroneamente leghiamo all’immagine del minatore con piccone e lanterna.
Nonostante cambino le tecniche e passino gli anni, come nelle viscere della galleria il lavoro duro e lo spirito di solidarietà sono rimasti invariati nel tempo, così in superficie ancora vive l’orgoglio di essere “minör".