Prende il via con il nuovo anno accademico all'interno del percorso triennale di Mediazione linguistica il corso di Geopolitica.
Abbiamo voluto intervistare Emanuele Valenti, docente alla Civica Altiero Spinelli e giornalista, che in poche parole ci descrive molto concretamente il suo insegnamento e il suo punto di vista.
L'intervista
Cosa insegni?
Insegno Geopolitica nel Corso triennale di I livello in Mediazione Linguistica.
Ci parli del tuo corso: quali sono gli obiettivi?
Diciamo che la Geopolitica è solo il punto di partenza. La complessità globale e le relazioni internazionali vengono usate per individuare delle situazioni di crisi e concentrarsi sui punti di vista, spesso molto diversi tra loro, dei vari attori interessati.
L'obiettivo finale è insegnare agli studenti che la realtà viene letta, interpretata, vissuta e raccontata in maniera molto diversa sulla base della prospettiva scelta. Nello specifico per un mediatore linguistico diventa fondamentale fare un passo indietro e cercare di comprendere la prospettiva di chi ci sta di fronte. Nella migliore delle ipotesi provare ad adottare il suo stesso punto di vista. Solo così sarà possibile dialogare con culture, lingue e storie molto diverse dalle nostre.
Cosa si intende per mediazione linguistica applicata alla geopolitica?
La complessità internazionale offre molti esempi di conflitto, scontro, rottura, spesso provocati proprio dall'incapacità di comprendere chi si ha di fronte. In queste situazioni è necessario creare un terreno comune, un processo difficile ma necessario.
Quando si riesce a guardare il mondo con gli occhi di chi ha una storia molto diversa dalla nostra – una storia fatta di una cultura, di una lingua, di uno spazio geografico, di una dimensione emotiva particolare – si comprende a pieno la ricchezza di quel terreno comune. Un terreno che diventa uno spazio di scambio culturale, che facilita dialogo e comunicazione.
Cosa speri che gli studenti si portino via dal tuo corso?
Io cerco di trasmettergli semplicemente un modo di porsi di fronte alla complessità del mondo.
E con mondo intendo tutto quello che c'è là fuori, anche sotto casa nostra.
Non pensare di avere la verità in tasca, farsi sempre delle domande, evitare di giudicare prima di conoscere, rendersi conto che la nostra è quasi sempre solo una prospettiva.
Emanuele Valenti
La mia passione è comprendere e raccontare conflitti e crisi internazionali.
Passione che per mia fortuna è anche diventata il mio lavoro.
Faccio il giornalista (tanta radio un po' di TV) e il docente. Quando posso vado a vedere con i miei occhi quello che succede là fuori, e in quel momento inizio a vedere le cose in maniera diversa.