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La Civica Altiero Spinelli con Design Language alla Milano Design Week

Progetto realizzato in collaborazione con Connecting the Dots e il Design Studio Studio CARA \ DAVIDE

Con gli studenti della Civica Altiero Spinelli nel ruolo di mediatori, traduttori e interpreti

Il progetto

Il progetto Design Language nasce nel 2017 dalla collaborazione tra la Civica Scuola Interpreti e Traduttori Altiero Spinelli e Connecting the Dots, CARA \ DAVIDE con l'obiettivo di dare risalto a culture, società e a linguaggi visivi differenti e metterli in connessione tra loro attraverso una serie di interventi da parte dei relatori e degli espositori. Design Language è una mostra internazionale di prodotti e opere di qualità in occasione del Salone del Mobile e della Design Week di Milano, la manifestazione milanese che include più di 50 studi di design e brand internazionali.

Anche quest'anno gli studenti del corso triennale in Mediazione linguistica affiancano gli espositori di Design Language facendo da supporto linguistico nella presentazione delle loro installazioni e creazioni: rivestendo il ruolo di mediatori, collaborano con i designer stranieri nello svolgimento della loro attività, ad esempio lavorando come host e accogliendo clienti internazionali.

The Converstation Piece
Design Language
Milan Design Week, 7-12 giugno 2022
nhow Hotel, via Tortona 35

Partecipano al progetto:
Aurora Aliotta, Jennifer Almarales, Alessandro Barbera, Sara Cattabeni, Alice Chiari, Aurora Cima, Giulia Colombo, Giada Fardin, Alice Guala, Giulia Mele, Valentina Preziosi, Gaia Sarini, Ilaria Sensini, Alessio Vittimberga

Gli studenti, in questo contesto, hanno la possibilità di sperimentare le competenze apprese in aula in uno dei momenti più vivaci dell'anno in cui i diversi quartieri della città ospitano le più svariate presentazioni all'insegna di creatività, tecnologia, sostenibilità e arte.

L'intervista

Abbiamo raccolto la testimonianze di Alessandro Barbera, Aurora Cima, Giulia Colombo e di Gaia Sarini, che ci raccontano in una breve intervista la loro esperienza e il loro ruolo in Design Language.

In che cosa consiste Design Language 2022?

Gaia: "L’edizione 2022 vede riuniti al nhow hotel di via Tortona dieci designer provenienti da ben sette nazioni di Europa, Asia e Africa. Il tema di quest'anno è "The Conversation Piece": l’idea è connettere un’ampia varietà di linguaggi diversi, un tema che è ben noto a noi studenti della Civica Scuola Interpreti e Traduttori Altiero Spinelli, che da anni forniamo un supporto linguistico ai designer, ai visitatori e agli organizzatori della mostra. Quest'anno, dal 7 al 12 giugno, noi ragazze e ragazzi offriamo il nostro contributo presso Design Language grazie alle capacità di mediazione culturale e alla conoscenza di ben sette lingue diverse: italiano, inglese, francese, tedesco, spagnolo, nederlandese e giapponese".

Qual è il vostro ruolo? Cosa vi aspettate da questa esperienza?

Gaia: "Personalmente, non sapevo cosa aspettarmi da questa esperienza, ma ho voluto partecipare spinta dal desiderio di mettere in pratica le competenze apprese in questi anni. Competenze che si sviluppano su più livelli e che vanno ben al di là della mediazione linguistica e culturale in senso stretto. Anche se siamo solo a metà settimana, posso già affermare di essere entusiasta di aver preso parte a questa esperienza.

Il mio ruolo in reception e quello dei compagni agli stand dei designer consiste per esempio nell’accogliere i visitatori, fornendo loro una panoramica di Design Language e dei sei studi presenti all’edizione 2022 e spiegando la collaborazione con la Civica Altiero Spinelli.

Inoltre, creiamo contenuti per le storie della pagina Instagram del progetto e in generale cerchiamo di soddisfare le esigenze e richieste di tutte le figure che fanno parte della mostra. È entusiasmante poter rappresentare un piccolo mattone dell’enorme casa che è la Design Week di Milano e poter immergersi in un contesto così internazionale, soprattutto dopo due anni di pandemia che hanno impedito la realizzazione di eventi come questo.

Un ringraziamento speciale per questa magnifica opportunità va alla Civica Scuola Altiero Spinelli e a Michel Dingenouts, coordinatore del corso triennale in Mediazione Linguistica".

Aurora e Giulia: "Siamo state assegnate allo stand di Jeff Rutten un giovane designer belga. Ci siamo dedicate a diverse attività, ad esempio abbiamo iIllustrato e descritto i prodotti del nostro designer, i materiali con cui sono stati realizzati, la loro funzione sottolineando la loro provenienza e il fatto che siano interamente costruiti in Belgio. Abbiamo svolto con passione il nostro lavoro cercando sempre di essere convincenti e lieti col cliente in modo da incuriosirlo e interessarlo agli oggetti esposti.

All’inizio ci sentivamo un po’ “fuori luogo” dato che non ci siamo mai approcciate al mondo del design ma grazie all’aiuto del nostro designer e dell’organizzatore di Design Language, abbiamo iniziato a instaurare conversazioni più “soft” e grazie a questo, “l’ansia da prestazione” coi clienti è un po’ passata. Il progetto ci sta aiutando molto in quanto utilizziamo parecchio le lingue, in particolar modo l’inglese.
Grazie a questa esperienza abbiamo messo ancora più a fuoco il fatto che vorremmo migliorare il nostro inglese per renderlo più fluente, imparare nuovi termini tecnici del settore del design e fare esperienza a contatto con persone di tutte le età.

Una curiosità divertente: Jeff Rutten, al suo stand, ha voluto esporre dei tavoli per esterni. Uno fra i due, quello di colore giallo, si trovava molto vicino all’entrata e all’uscita dell’hotel, tanto che molte persone pensavano che faccesse parte dell'arredo e ci appoggiavano sopra i loro oggetti personali (quali borse, zaini, trucchi, giacche etc). Ci è capitato più volte di doverli avvisare che il tavolo esposto era in vendita e non ad uso pubblico!".

Alessandro: "Quando sono stati pubblicati i nomi dei designer ero subito entusiasta di poter lavorare con il gruppo NPO River poiché trovo il loro progetto molto affascinante e perché, lavorando con loro, avrei avuto la possibilità di mettere in pratica il mio giapponese, lingua che studio da circa un anno. Inaspettatamente i designer parlavano molto poco inglese, e in questo modo ho avuto la possibilità di mettermi alla prova. Per fortuna era però presente un'eccellente interprete tra italiano e giapponese che ha aiutato moltissimo nelle incomprensioni.
Intraprendendo questa esperienza mi aspettavo molte cose, ma non mi aspettavo affatto ciò che è successo, ovvero che mi sono sentito un membro del team, anche se non ufficialmente.

Mi hanno insegnato molto, sia dal punto di vista delle competenze facendo il loro workshop, sia dal punto di vista delle conoscenze apprendendo svariate tecniche, termini specifici e informazioni.
Il nostro progetto è stato probabilmente il più apprezzato e frequentato dai vari visitatori e ho perciò avuto innumerevoli occasioni di comunicare. All'inizio facevo da interprete dal giapponese verso l'italiano nello spiegare l'idea dietro al progetto e l'istruzioni per il workshop, ma dopo averle apprese appieno ho iniziato a comunicarle anche in inglese e in tedesco.

Il momento migliore di questa esperienza lo ho probabilmente avuto parlando con turisti tedeschi: anzitutto parlavo con loro in inglese, ma dopo aver appreso della loro origine ho iniziato a parlarvi in tedesco. Da quel momento ho fatto da interprete tedesco-italiano e poi italiano-tedesco (e a tratti anche tedesco-giapponese, giapponese-tedesco). Se l'anno prossimo si ripresenterà l'occasione parteciperò sicuramente di nuovo!".

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