I documentari Lontano dall’Iran di Niloofar Yamini e La nave Davidò di Carla Cascone, Giulia Cafagna, Maria Castagna, Apollonia Mazzola, diplomate alla Civica Luchino Visconti sono tra i 5 film finalisti del Concorso “Docucity @ Milano Città Mondo#05 – Le città delle donne” lanciato nei mesi scorsi e aperto a documentari e opere di non-fiction che affrontano in modo creativo il tema della presenza attiva e delle esperienze di donne di diverse comunità e culture che vivono in contesti metropolitani italiani, con una particolare attenzione alla realtà milanese.
Il 5 dicembre (dalle ore 15 alle ore 19.30) una diretta Facebook sulle pagine Docucity Documentare la Città e sul canale Youtube del Mudec-Museo delle Culture, accompagnerà la proiezione dei 5 film finalisti e la premiazione del Concorso.
Alla visione dei film seguirà l'incontro con le registe, che risponderanno in diretta alle domande del pubblico.
Docucity, progetto curato dall’Università degli Studi di Milano, è un esperimento iniziato nel 2006 dall'intenzione di raccogliere sguardi inediti su città contemporanee, campionandole in base alla loro diversità, alla differenza di storie, universi culturali, lingue, sapori, voci e memorie, per creare una sorta di palinsesto di quello che è oggi il luogo del nostro vivere insieme. Negli anni, alle rassegne didattiche si è aggiunto un concorso per film documentari che è oggi il Festival Docucity.
La nave Davidò
di Giulia Cafagna, Carla Cascone, Maria Castagna, Apollonia Mazzola
La nave Davidò è un metadocumentario di viaggio, sul viaggio: per strada e nelle case. Un racconto in movimento per far emergere le storie di donne che dall’Africa hanno viaggiato, a piedi, via mare ed in strada, per arrivare in Sicilia. Un racconto in prima persona attraverso storie di vita e riflessioni sul colonialismo Italiano in Etiopia, di queste donne che hanno cercato e continuano a cercare l’integrazione in Italia, piena di contraddizioni e possibilità.
Lontano dall’Iran
di Niloofar Yamini
La migrazione ha molte possibili forme e conseguenze. Le motivazioni che possono indurre delle persone a cercare un nuovo posto in cui vivere possono variare profondamente, ma per nessuna di loro è facile assimilare tutta la profonda diversità che intercorre tra un contesto e un altro. Quelle diversità iniziano a scavarsi uno spazio nella carne, a dare un nuovo ritmo al cuore e a cambiare i colori a cui i propri occhi sono più ricettivi molto prima che il pensiero cosciente possa iniziare a dare un nome al cambiamento in essere. Se poi a migrare sono persone sensibili, come sei donne dedite a diverse attività artistiche, questo fenomeno e le sue imprevedibili conseguenze sulla mentalità e sui sogni assumono proporzioni straordinarie. Così, tra Oriente e Occidente si instaura un difficile principio di dialogo, in una fertile rete di rimandi mitici, ricordi nostalgici e limiti da superare.