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30 giugno - V edizione rassegna Museo a cielo aperto al Cimitero Monumentale di Milano

I Civici Cori al Famedio

Gaffurio e i Maestri di Cappella nel Duomo di Milano al tempo di Leonardo

Museo a cielo aperto 2019
V edizione

Spettacoli e passeggiate tematiche tra i viali alberati
a cura di Fondazione Milano

al Cimitero Monumentale di Milano
30 giugno 2019, ingresso libero
12.30 Famedio

Gaffurio e i Maestri di Cappella nel Duomo di Milano al tempo di Leonardo
I Civici Cori - Civica Scuola di Musica Claudio Abbado

Luigi Panzeri, organo
Mario Valsecchi, direttore

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Domenica 30 giugno dalle 10 alle 13, riparte la rassegna di appuntamenti gratuiti con il teatro, musica, il cinema, le passeggiate tematiche al Cimitero Monumentale, promossa dal Comune di Milano e realizzata da Fondazione Milano - Scuole Civiche presente con diplomati e allievi della Civica Scuola di Musica Claudio Abbado, della Civica Scuola di Cinema Luchino Visconti e della Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi. Ogni ultima domenica del mese, fino a ottobre, sarà possibile scoprire e riscoprire in modo insolito uno dei tesori d’arte e memorie della città.

I Civici Cori della Civica Scuola di Musica Claudio Abbado presentano il 30 giugno “Gaffurio e i Maestri di Cappella nel Duomo di Milano”, raffinato programma che omaggia i maggiori autori della musica milanese rinascimentale: Gaffurio, Agricola, Compère, van Weerbeke, Martini, Ghiselin.

I molteplici interessi del genio di Leonardo -speculazioni intel­lettuali e applicazioni pratiche- che lo videro spaziare tra mate­matica, fisica, meccanica, architettura e pittura, trovarono espres­sione anche in campo musicale. S’interessò di strumenti musicali, della loro costruzione e dei princìpi di funzionamento. Ne praticò l’uso; forse si dedicò anche alla composizione. Scrisse, nei suoi trattati, anche di musica, ponendola a confronto con la pit­tura: “...La musica non è da essere chiamata altro che sorella della pittura, concios­siaché essa è subietto dell’udito, secondo senso all’occhio, e compone armonia con la congiunzione delle sue parti proporzionali operate nel medesimo tempo, costrette a nascere e morire in uno o più tempi armonici, i quali tempi cir­condano la proporzionalità de’ membri di che tale armonia si compone, non altrimenti che faccia la linea circonferenziale per le membra di che si genera la bellezza umana. Ma la pittura eccelle e signoreggia la musica perché essa non muore immediate dopo la sua creazione, come fa la sventurata musica...” Pur in una posizione subordinata alla pittura, anche la musica concorre alla formazione e alla contemplazione della bellezza.
Leonardo, nella Milano sforzesca, conobbe gli esponenti più significativi della vita musicale: coloro che praticavano la musica per il diletto dei Signori presso le corti e quelli che operavano in Duomo e nelle chiese della città, componendo ed eseguendo musica per i momenti più solenni della liturgia ambrosiana. Franchino Gaffurio, sacerdote, nel 1484 assunse il ruolo di maestro di cappella presso il Duomo di Milano dopo brevi esperienze a Bergamo e a Ferrara, funzione che ricoprì per quasi quarant’anni. Accanto a questa attività fu insegnante al Gymnasium Mediolanensis, università fondata da Lodovico il Moro. L’am­biente ducale, inoltre, gli permise di entrare in contatto con illu­stri matematici, giuristi, grammatici e artisti tra cui appunto Leo­nardo da Vinci e Bramante. Proprio il dipinto del 1485, Ritratto di Musico, attribuito a Leonardo da Vinci e conservato presso la Pinacoteca Ambrosiana di Milano, è un probabile ritratto di Fran­chino Gaffurio. Le musiche di Gaffurio, accanto a quelle di altri musicisti attivi in Milano -Loyset Compére, Gaspar van Weerbeke, Josquin Desprez, Alexander Agricola- ci immergono nelle atmosfere sonore entro le quali si svolgevano e si gustavano i riti nella Milano del secolo di Leonardo. Completano il programma quattro composizioni organistiche. Appare evidente, all’ascolto, la derivazione dei brani strumen­tali dalle composizioni polifoniche vocali. L’organo, strumento “accoppiato” normalmente alle voci in funzione di sostegno, “intavola” sulla tastiera le diverse parti dell’organico vocale, a volte anche in sostituzione. Da questa prassi si perviene ben presto alla pratica dell’ornamentazione e, successivamente, all’esecuzione puramente strumentale e alla graduale definizione di specifiche forme organistiche.