Tutor Michele De Vita Conti
14 - 15 giugno 2018
ore 19:30 – 21:30
Sala Appartamento
Teatro Franco Parenti
scene Sara Arrigotti
costumi Lorenzo Franco
musiche originali Matteo Benin
organizzazione e promozione Elisa Di Sacco, Clara Mazzetti, Marzia Montagna, Alessia Moro
grafica Valerio Lallo
consulente sound design Hubert Westkemper
consulente light design Daniela Bestetti
luci Paolo Latini, Simona Ornaghi
costruzione scenografie Alice Capoani, Mattia Franco, Irene Bonifazi, Ryan Contratista
Assistenza costumi Nunzia Lazzaro
Direzione della Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi: Giampiero Solari
Direzione artistica del progetto: Tatiana Olear
Tutor dei progetti di regia: Michele De Vita Conti, Tatiana Olear
Tutor degli organizzatori: Anna Guri
Consulente musicale: Andrea Mormina
Coordinatore Corso Autore Teatrale: Renato Gabrielli
Tutor degli scenografi: Davide Petullà, Beatrice Laurora
Tutor per i costumi: Claudia Botta
Coordinatore Istituto di Ricerca Musicale: Massimo Mariani
Tutor dei compositori: Alberto Morelli, Giovanni Venosta - Civica scuola di Musica (IRMus)
Responsabile organizzativo: Rossana Valsecchi
Comunicazione: Roberta Paparella
Riprese di scena: Domenico Onorato
Foto di scena: Marina Alessi
Videomaker:Fabio Brusadin, Chiara Caliò, Mattia Galione
Sarta:Enza Bianchini
Progetto sviluppato in collaborazione con il Teatro Franco Parenti
Civica Scuola di Musica Claudio Abbado - Istituto di Ricerca Musicale
Scuola di Scenografia dell’Accademia di Belle Arti di Brera
Si ringraziano gli uffici delle Scuole
Note di regia
La perdita di una persona a noi cara è accompagnata dal rimpianto delle parole non dette e dalla consapevolezza che il tempo ormai trascorso non ritornerà. E se non fosse così? Se ci venisse concessa la possibilità di rivivere la nostra storia un attimo prima che la storia stessa finisca? È qui che parte Vortice.
Lo spazio scenico è un non-luogo dove passato e presente coesistono su due livelli: quello del ricordo e il qui e ora del Vortice dove i personaggi, nella consapevolezza di ciò che è stato, si riconoscono, riflettono su ciò che sarebbe potuto essere e si dicono ciò che non si sono mai detti. L'idea è quella di creare uno spazio che rimanga astratto e sospeso dove tutto è già accaduto ma allo stesso tempo può ancora accadere. La regia si pone a servizio di questo meccanismo agevolando i continui salti temporali ed evidenziando i momenti in cui emergono i non detti. La parola assume un valore evocativo in grado di dare forma alle reminiscenze del passato mentre luce e suono ne amplificano la potenza, definiscono lo spazio e trasportano lo spettatore nella dimensione sonora del ricordo stesso. Con questa messa in scena vorrei che il pubblico riflettesse su ciò che ancora è possibilità, su quello che ancora si può dire o si può fare, mentre il tempo scivola via.
Fiammetta Perugi
Note di drammaturgia
E se il tempo fosse un vortice? Un mulinello dal moto inevitabile che lentamente ci inghiotte esaurendo il corso della nostra vita? Quali sono le strade che imbocchiamo mentre questo vortice ci trascina sul fondo? Quali sono gli errori che commettiamo, i rimpianti, le parole che dovremmo dirci e non ci diciamo? Cosa riusciamo a tramandare e cosa viene inghiottito per sempre? Per rispondere a queste domande ho ambientato il mio testo sul fondo del Vortice del Tempo che ho immaginato come un limbo tra la vita e la morte dove interagiscono tre personaggi: Vecchio, Uomo e Ragazzo, rispettivamente nonno, padre e figlio. Qui possono rivivere il loro passato, comprenderne gli errori ma anche colmare con le parole ciò che in vita era silenzio. Dalle tradizioni di famiglia agli scenari sociali, l’attenzione è rivolta al mutamento, a ciò che si tramanda e ciò che viene dimenticato, a ciò che si perde e ciò che invece resta.
Mattia Michele De Rinaldis