Pubblicato per la prima volta da Knopf nel 1929 con il titolo Passing, Due donne è il secondo e ultimo romanzo di una scrittrice la cui stessa vita potrebbe essere materia di romanzo. Nella Larsen (1891-1963), è stata una figura di spicco della Harlem Renaissance, prima donna afroamericana a vincere la prestigiosa borsa Guggenheim per il suo lavoro. Nata da madre danese e padre delle Virgin Islands, sperimenta troppo presto l’emarginazione razziale: morto il padre, nel 1910 la madre si risposa con un connazionale e disconosce la figlia nera. Dopo diverse esperienze, Nella si stabilisce a New York, dove entra a far parte del movimento culturale di Harlem e dove scrive, tra il 1920 e il 1930, diversi racconti e due romanzi, Quicksand e Passing, due capolavori riconosciuti della letteratura americana.
Alchimisti di Parole ha chiesto a Silvia Fornasiero di raccontare la sua esperienza, il suo lavoro, compiuto durante i mesi del lockdown causato dalla pandemia, a partire dal momento in cui è importante documentarsi sul mondo in cui è ambientata la narrazione, le sfide dal punto di vista linguistico e le difficoltà a rendere al meglio quelle espressioni che descrivono un periodo storico di segregazione razziale elevata a legge. Senza tralasciare il senso di responsabilità con cui si è misurata per la ritraduzione di quello che è considerato un classico della letteratura afroamericana.
Un estratto dall'intervista a Silvia Fornasiero
Tutto il romanzo gioca sull’equilibrio delicato nei rapporti tra le due protagoniste, Irene e Clare. Un equilibrio instabile soprattutto a causa della scelta di Clare, il passing: ci puoi dire brevemente di che cosa si tratta?
"Passing vuol dire «farsi passare per bianchi»: cioè, da parte di un afroamericano dalla pelle chiara, nascondere la propria origine e fingere appunto di essere bianco. Questa pratica è comprensibile solo nel contesto di una società che possedeva termini specifici per indicare individui neri «per un quarto» o «per un ottavo» (rispettivamente quadroon e octoroon), e che arrivò a sancire per legge la cosiddetta one drop rule, per cui era sufficiente possedere una sola goccia di sangue nero – avere quindi magari solo un bisnonno o un trisavolo neri – per essere definiti di razza nera.
E naturalmente il passing trova il suo senso solo in una società segregata, nella quale fingersi bianchi – a costo di recidere ogni legame con la famiglia e la comunità di origine – poteva fare la differenza, per l’individuo, in termini di libertà e diritti nella vita quotidiana, di posizione sociale e di carriera lavorativa, ma, a livello ancor più basilare, in termini di incolumità personale, là dove fin troppo spesso bastava un sospetto per scatenare un linciaggio. Era certamente un gioco pericoloso (a meno che non fosse praticato solo occasionalmente, per convenienza, come fa Irene nel romanzo), ma probabilmente valeva il rischio, se è stato calcolato che oltre 350.000 neri siano «passati» nei primi vent’anni del Novecento. E il fatto che, a distanza di un secolo, negli Stati Uniti essere neri costituisca ancora un fattore di rischio è a mio parere uno dei motivi per cui questo romanzo è così attuale".
L'intervista completa
Due donne. Passing
Nella Larsen
Tradotto da Silvia Fornasiero - Frassinelli - 2020
Nello splendore crepuscolare degli anni Venti, mentre tutta una generazione scampata al massacro della guerra si riprende la vita con l'avidità del presente, New York vibra di un'energia potentissima, e Harlem, in particolare, conosce una stagione creativa senza precedenti. Dentro questo nido sociale, Irene Redfield, sposata a un medico che le garantisce protezione e distanza, vive una tranquilla esistenza borghese. Ma un incontro fortuito arriva a incrinare le apparenti certezze di Irene. È Clare Kendry, un'amica d'infanzia, che rispunta dal passato con i suoi segreti. Primo fra tutti, il fatto che è nera ma si fa passare per bianca, nascondendo al mondo, marito razzista compreso, la sua vera identità. La relazione tra le due donne, allora, si fa densa di bugie, di sotterfugi e alla fine di minacce, dietro le quali Irene cova gelosie, rivalità e paura. E l'apparente cordialità che le lega è destinata a incrinarsi.
Ritratte da Nella Larsen con una modernità e una sensibilità psicologica di impatto formidabile, le due protagoniste del romanzo si muovono, come l'autrice, in un sistema razzista e sessista che non ammette ambiguità. Un sistema nel quale il passing, il farsi passare per bianchi, diventa un modo possibile per allontanarsi dalla segregazione e dal disprezzo sociale.