Kader Abdolah (nato in Iran e rifugiato politico in Olanda) è uno dei cinque finalisti del Premio Lattes Grinzane 2021, organizzato dalla Fondazione Bottari Lattes, con il suo ultimo libro Il sentiero delle babbucce gialle tradotto dalla nostra docente Elisabetta Svaluto Moreolo. Un "romanzo di formazione, un viaggio interiore alla ricerca di sé, delle proprie radici di uomo e di artista, che, fondendo realtà, mito e fiaba orientale, rievoca l’antica Persia, i mutamenti che l’hanno travolta e la difficile modernizzazione dell’Iran".
La cerimonia di premiazione si terrà il prossimo 2 ottobre 2021 al Teatro sociale Busca di Alba.
Il sito del premio
I finalisti e il Premio Speciale
"La varietà e la qualità delle proposte – spiega la Giuria Tecnica – sono state davvero notevoli e la giuria ha cercato di riconoscerle, anche pensando ai giovani giurati chiamati alla lettura della cinquina e alla scelta del vincitore. Importanza e qualità della testimonianza storica o biografica o civile sono stati quindi tenuti in conto non meno della felicità e della freschezza o della sapienza e dell’eleganza della scrittura.
La vitalità mondiale del romanzo è stata confermata dalle proposte pervenute alla giuria per il Premio Lattes Grinzane. Ferma restando la qualità, a volte la raffinatezza di molti romanzi di cultura occidentale, è indubbio che attirino particolare attenzione quelli che vengono da mondi lontani, per i quali costituiscono una modalità narrativa che entra in fecondo contatto con altre, popolari e native, posture di racconto. Questi libri affascinano non solo per le storie che fanno conoscere, denunciano o rievocano, ma anche proprio per il linguaggio, che si sente intriso di stili diversi, meno, per così dire, scritti e strutturati, più liberi e diretti, di quelli dei romanzi delle nostre culture, nelle quali il genere ha una storia plurisecolare."
"l romanzo di Kader Abdolah – pseudonimo composto dall’unione dei nomi di due amici giustiziati in Iran
per la loro attività politica – è una storia intima e nel contempo collettiva. Insieme a Sultan, il protagonista,
viviamo la modernizzazione forzata imposta dallo Scià negli anni Cinquanta; traversiamo l’epoca
khomeinista in cui venne lanciata una fatwa che proclamava che il cinema era haram cioè peccato;
assistiamo alla disastrosa guerra con l’Iraq e alle persecuzioni degli oppositori; ci troviamo coinvolti in una
fuga rocambolesca per approdare nell’esilio olandese. Con maestria Kader Abdolah intreccia piani
temporali e vicende, educazione politica, artistica e sentimentale, attraverso una galleria di forti personaggi
femminili: dall’amatissima madre fino alla migrante Aurelia. Storia con molti risvolti autobiografici visto che
l’autore, come Sultan, ritrovandosi nella condizione di chi è sordo e muto in un’Olanda di cui ignora lingua e
abitudini, matura la scelta di imparare l’olandese per scrivere. Così il disegno degli impervi sentieri della vita
diventa inno alla gioia del narrare, in cui convergono la tradizione fiabesca delle Mille e una notte e la
passione per il cinema."
Il sentiero delle babbucce gialle
Il nuovo grande romanzo del cantastorie e affabulatore iraniano Kader Abdolah, ispirato alla vita di Said Sultanpur, poeta di spicco della rivoluzione iraniana, giustiziato nel 1981.
"l dono più grande per il nostro futuro è un legame con il nostro passato."
Sultan Farahangi, famoso cineasta iraniano rifugiato in una fattoria della campagna olandese, si immerge nei ricordi per riannodare i fili della sua avventurosa esistenza e raccontarla in una catena di storie seguendo le orme di Sherazade. Un viaggio nella memoria che come d'incanto ci trasporta nell'antica città di Arak, divisa fra tradizioni secolari e la forzata modernizzazione a stelle e strisce con cui lo scià, nel secondo dopoguerra, importa la gomma da masticare e il seducente mondo del cinema.
Il sentiero delle babbucce gialle
di Kader Abdolah
traduzione di Elisabetta Svaluto Moreolo
Iperborea
Kader Abdolah
Kader Abdolah, nato ad Arak in Iran nel 1954, perseguitato dal regime dello scià e poi da quello di Khomeini, rifugiato politico in Olanda dal 1988, è diventato uno dei più importanti scrittori di questo Paese, costantemente nella lista dei best-seller. I suoi romanzi sono pubblicati in Italia da Iperborea. Con Scrittura cuneiforme (2003) conquista il pubblico internazionale. La casa della moschea (2008), votato dai lettori olandesi come la seconda migliore opera mai scritta nella loro lingua, è Premio Grinzane Cavour 2009. Tra gli altri romanzi: Il corvo (2013), Un pappagallo volò sull'Ijssel (2016), Uno scià alla corte d'Europa (2018).
Elisabetta Svaluto Moreolo
Dopo il diploma di maturità classica, nel 1987 consegue la Laurea in Traduzione alla Scuola Superiore di Lingue Moderne per Interpreti e Traduttori dell’Università degli Studi di Trieste con una tesi di argomento medico-legale. Dal 1987 al 1989 lavora presso Equalia Spa, rappresentanza italiana di una società di assicurazione britannica.
Nel 1989 si stabilisce a Milano, dove intraprende la libera professione come traduttrice e consulente editoriale, specializzandosi nella selezione e traduzione di testi di narrativa e saggistica inglese e nederlandese.
Traduttrice accreditata presso il Rijksmuseum di Amsterdam, nel 1997 svolge uno stage presso il Museo Poldi Pezzoli di Milano e a tutt’oggi affianca alla precipua attività di traduttrice editoriale la traduzione di testi di argomento medico e storico-artistico.
Dal 2000 insegna Mediazione linguistica scritta dal nederlandese in italiano presso la Civica Scuola Interpreti e Traduttori Altiero Spinelli. Dopo aver curato il volume Dall’autunno del Medioevo alle Montagne dei Paesi Bassi (Iperborea 2001), di cui ha redatto diverse voci, oggi scrive recensioni, postfazioni e partecipa alla presentazione di libri. Appassionata di viaggi, teatro, cinema e cultura politica, è socia della Casa della Cultura di Milano.