Crediti
testo Aurora Tripodi
regia Calogero Scalici
con Agata Bervini, Pietro Landini e Alessandro Russo
tutor regia Manuel Renga
comunicazione e promozione Silvia Salvador, Beatrice Feltri
tutor comunicazione e promozione Valeriya Kilibekova
scene e costumi Rachele Munerotto
realizzazione scene e costumi Gloria Floris, Lucrezia Fritz, Rachele Munerotto
tutor scenografia e costumi Davide Petullà
musiche Gaia Reboni e Alice Armando
tutor musiche Mario Arcari
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Biglietti e prenotazioni
§ - Ingresso per gli allievi delle Scuole Civiche e dell’Accademia di Brera : 4,00€ per ciascuna replica oppure abbonamento a 6 titoli a €12,00
con acquisto diretto tramite biglietteria online del Teatro Elfo Puccini selezionando l'opzione riduzione studenti Paolo Grassi
§ - Biglietto ordinario per il pubblico: 10,00€ per ciascuna replica - acquisto diretto sul sito del Teatro Elfo Puccini
Note di regia di Calogero Scalici
Quando si è pronti per il mondo?
Come si può imparare a vivere?
In uno spazio tutto bianco appaiono tre girini: Rachele, Davide e Marco. Avanzano con passo sicuro verso di noi che li guardiamo mentre provano a compiere le loro metamorfosi. Ciascuno di loro è alla ricerca di un'identità, di uno scopo, di un posto nel mondo dove poter essere visti, protetti e amati per ciò che sono.
Un obiettivo comune: agire, attraversare la strada, varcare la soglia e diventare. Ci provano, falliscono teneramente, ci riprovano ancora sino a perdere pezzi per strada e rimanere inermi di fronte alla strisce pedonali coi corpi lucidi, sfibrati e contratti.
I girini non si arrendono mai, non hanno pazienza di aspettare e nuotano vorticosi nel flusso di parole che non hanno mai pronunciato, ma una volta dentro la corrente non ci si può fermare. Bisogna continuare a parlare, a confessarsi, a difendersi con i denti e le branchie.
È interessante osservare dall'alto le ninfee. Galleggiano in superficie come singole foglie. Ma se si guarda più da vicino, si può notare che queste foglie sono tutte connesse da filamenti ad una grande radice. Le storie di Rachele, Davide e Marco, inizialmente distanti e separate, iniziano ad intrecciarsi sempre di più sino a diventare la stessa cosa.
Girini sono tre giovani, una stirpe di bambini tragici.
Note al testo di Aurora Tripodi
Girini è un testo che si dimena. È un testo in cui la ricerca di un’identità prende la forma di creature anfibie che si agitano nel fango, che tentano una metamorfosi, di raggiungere l’età adulta, spinti dal bisogno impellente di trovare un modo per sopravvivere nella società di oggi.
Si compone di tre monologhi, per tre protagonisti: Rachele, una ragazza esaurita dal mondo che la circonda; Davide, un assicuratore oppresso dalle responsabilità della vita adulta; e Marco, un uomo ossessionato dalla ricerca di una compagna. Fino a questo momento non hanno trovato il loro posto, un ruolo, una pelle che riuscissero ad abitare e qui li vediamo tentare, disperatamente, a costruirsi una nuova identità: Rachele, per ribellarsi alla propria impotenza, si farà terrorista; Davide farà un passo indietro per trovare la propria libertà tornando a vivere come un bambino; e infine Marco, che non si è mai sentito un essere umano bello, desiderabile, amabile, proverà a trasformarsi in una creatura intoccabile, il maschio perfetto, desiderato da tutte e senza fragilità.
Girini è un testo di ricerca: è possibile esistere nel mondo contemporaneo? Come è possibile esistere nel mondo contemporaneo? È una ricerca dolorosa, lacerante, che però forse, forse, ci permetterà di uscire dal nostro piccolo stagno e di incontrare l’Altro, a noi così lontano, eppure così vicino.