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Vocazione

venerdì 12 aprile 2019 - ore 20:00 - Teatro della Casa di Reclusione di Vigevano

Scritto e diretto da Mimmo Sorrentino

Con 4 attrici detenute del Reparto di Alta Sicurezza della
Casa di Reclusione di Vigevano
e gli attori del Corso Recitazione della Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi

Ti sei perso lo spettacolo? niente paura ... le fotografie te lo raccontano

Interpreti

Salvatore Alfano, Corinna Andreutti, Riccardo Bursi, Stefano Carannante, Carmelo Crisafulli, Tobia Dal Corso, Greta Asia Di Vara, Nicoletta Epifani, Paola Francesca Frasca, Marco Iacuzio, Giuditta Pascucci, Isabella Rizzitello, Riccardo Vicardi

Luci Paolo Latini, Simona Ornaghi
Costumi Enza Bianchini, Nunzia Lazzaro
Organizzazione Nadia Naro
Comunicazione Roberta Paparella
Foto di
Marina Alessi

Si ringrazia Il dott. Davide Pisapia direttore della Casa di Reclusione di Vigevano, tutto lo staff organizzativo e gli agenti di Polizia Penitenziaria

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Lo spettacolo è l’esito del laboratorio di “Teatro Partecipato e di Comunità” promosso dalla Scuola Paolo Grassi, la Casa di Reclusione di Vigevano e Mimmo Sorrentino. Il lavoro è inserito nell’ambito del progetto “Educarsi alla libertà”.

Vocazione è la storia di una detenuta che vuole diventare suora e di un gruppo di studenti di un corso attori invitati in carcere per preparare uno spettacolo teatrale con attrici detenute. Questa relazione produce un cortocircuito con esiti comici e strazianti.

In Vocazione l’orribile, nel manifestarsi in tutta la sua sincera crudeltà, genera una poesia composta con l’alfabeto della violenza. Il suo canto commuove. Il suo canto provoca un inimmaginabile amore, una pietas così inevitabile che si resta imprigionati nel proprio sentire, nel proprio limite.

Nulla di ciò che si racconta in Vocazione è vero, eppure è tutto vero.

Perché nel teatro partecipato praticato da Mimmo Sorrentino gli attori sono veri, la lingua che parlano è vera, gli oggetti scenici sono veri, le luci sono vere, le relazioni tra le persone sono vere. Ma tutto ciò non produce un teatro iperrealista e nemmeno autoreferenziale. Non è un parlarsi addosso. Tanto meno una sorta di biografia dei personaggi in scena. Quanto piuttosto un gettarsi nel mondo per raccontarlo, raccontarlo e raccontarlo così da narrare la vita e provare con il teatro a trasformarla.

Mimmo Sorrentino

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