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Vivo e Coscienza debutta a Cortina D'Ampezzo

Spettacolo coreografico di Luca Veggetti ospitato al CortinAteatro in occasione di Milano- Cortina Coppa del Mondo di sci

tratto da a Vivo e Coscienza di Pier Paolo Pasolini (1963) con i danzatori del
Corso Danza Contemporanea _ Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi

Sabato 18 febbraio 2022 ore 20.45
Alexander Girardi Hall
via Marangoni 1
Cortina D'Ampezzo, Italia

Vivo e Coscienza, un omaggio a Pier Paolo Pasolini per il centenario della sua nascita

Debutto ampezzano per Vivo e Coscienza, lo spettacolo coreografico di Luca Veggetti che abbiamo visto per la prima volta in scena nel 2013 in una Sala Teatro gremita di pubblico non solo milanese alla Scuola Paolo Grassi.
Nelle settimane che hanno preceduto e preparato la dimostrazione, qualche sprazzo di suono, colpi, fruscii, strane musiche (c'è Paolo Aralla che cura il sound project della performance) e, dalle porte lasciate incustodite dal M° Veggetti, figure e corpi dilaniati da una felicità espressiva sempre in bilico, sempre in squilibrio. Il primo pubblico ha subito tutto il fascino e la poesia del balletto/cantata che mai nessuno prima di allora aveva potuto mettere in scena.
Scrive Marinella Guatterini - a cui va attribuito il merito e il coraggio della nascita di questo Vivo e Coscienza danzato e affidato a Luca Veggetti che ne ha curato coreografia, regia e dispositivo scenico: "Vivo e Coscienza è un abbozzo curioso, greve di simboli, assai difficile da mettere in scena (nel 2009 se ne sarebbe dovuto occupare il coreografo Virgilio Sieni), ma sprigiona un fascino particolare. Certe immagini faunesche, caravaggesche, gotiche e neorealiste -, la contrapposizione tra Vivo e Coscienza, ovvero il dissidio tra corpo e lingua, tra passione e ideologia, rimandano all’elogio della danza in Nietzsche, che inneggiò alla libertà tragica e alla smemoratezza del corpo contro la prigionia ideologica. Idee influenti e non poco nella nuova danza a partire dal dopoguerra".

Nello stesso anno, dopo la Paolo Grassi, il debutto ufficiale a Mittelfest e poi a MilanOltre al teatro Elfo Puccini; a seguire una lunga tournée che ha toccato i maggiori teatri italiani per tornare - a giugno 2022 - di nuovo "a casa" con i giovani e bravissimi danzatori del secondo anno dell'atelier della Paolo Grassi.

In occasione di Milano-Cortina Coppa del Mondo di sci, prende l'avvio dunque una nuova - e ci auguriamo lunga - collaborazione con Musincantus APS, l'associazione culturale che, attraverso un cartellone di eventi e appuntamenti, porta la musica, la lirica, il teatro e la danza in una delle località più affascinanti d'Italia, l'amata Cortina D'Ampezzo. Sul tappeto del CortinAteatro debutteranno dunque - sabato 18 febbraio 2022 ore 20.45, nella splendida cornice dell'Alexander Girardi Hall - i 14 giovani e bravissimi danzatori provenienti da tutta Italia e raccolti nell'atelier della Paolo Grassi.

La messa in prova e la ripresa dello spettacolo è stata coordinata da Paola Bedoni, danzatrice, coreografa e docente di lungo corso della Paolo Grassi che ha affiancato il coreografo Luca Veggetti.
Vi aspettiamo

Vivo e Coscienza
Da Vivo e Coscienza di Pier Paolo Pasolini (1963)

Sabato 18 febbraio 2022 ore 20.45 -Alexander Girardi Hall
via Marangoni 1 -Cortina D'Ampezzo, Italia
Per l'acquisto dei biglietti scrivere a info@musincantus.it

Coreografia, regia e dispositivo scenico di Luca Veggetti
Musica e progetto sonoro Paolo Aralla
Voce Francesco Leonetti
Coreografia ripresa da Paola Bedoni
Intrepreti del Corso Danza Contemporanea_ Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi
Carla Andolina, Marco Bosetti, Chiara Carducci, Aichatou Cherif, Elena Della Manna, Mariangela Di Santo, Carmine Dipace, Claudio Gattulli,
Giacomo Graziosi, Veronica Messinese, Carlotta Perego, Linda Petruzzelli, Ilenia Maria Tundo, Arianna Villa.


Elementi scenici Alice Capoani E Mattia Franco
Luci Paolo Latini
Costumi Nunzia Lazzaro
Organizzazione Lorenzo Vannacci

Foto Marina Alessi

Nota del coreografo

Il progetto esplora le possibilità offerte dal materiale relativo al balletto-cantata Vivo e Coscienza di Pier Paolo Pasolini.
Scritto negl’anni ’60 e rimasto incompiuto, avrebbe avuto la Biennale di Venezia come destinazione in una collaborazione con il compositore e direttore d'orchestra Bruno Maderna, e l'attrice Laura Betti. Seguendo una forma ciclica che ricorda quella dei “Sette peccati capitali” di Brecht/Weill o della “Lulu” di Wedekind/Berg, Pasolini propone uno schema dove l’opposizione tra vita e coscienza è incarnata da due personaggi antagonisti che, realizzando la loro identità rispettivamente attraverso danza e parola in una serie di gesti e situazioni ricorrenti, saranno in successione emblematici di un periodo diverso: il Seicento, la Rivoluzione Francese, gli anni del Fascismo, la Resistenza. (vedi materiali). Una forma mista e singolare che, nelle sua relazione tra danza, parola e musica, ci riporta alle origini del teatro stesso.
Seguendo lo schema formale di Pasolini, lo spettacolo si articola così in quattro scene e in quattro “danze” di: lavoro - rivoluzione – guerra – morte dove Vivo e Coscienza agiscono in contrappunto ad un “coro” che assume in ogni quadro identità diverse.
Data la natura frammentaria del testo di Pasolini, così come il fatto che dei quattro quadri previsti ne completò come dialogo solo il primo, ci è sembrato più interessante lavorare sul materiale delle didascalie, proponendo un rapporto di diegesi tra testo e azione. Questo ha introdotto, grazie all'idea di Marinella Guatterini, un elemento di grande rilievo e interesse nella produzione: la voce di Francesco Leonetti, poeta e amico personale di Pasolini, nonché attore emblematico in alcuni suoi film. La poetica voce di Leonetti, registrata per l’occasione con l'aiuto di Eleonora Fiorani, è uno straordinario contributo artistico , un documento di valore inestimabile che sembra riportare in vita Pasolini stesso attraverso la toccante presenza vocale del suo amico e collaboratore. Esso serve inoltre come tessuto connettivo al materiale musicale. una partitura di grande spessore e interesse che il compositore Paolo Aralla costruisce in parte elaborando materiali musicali e sonori di epoche diverse, essa si aggancia alla struttura ciclica di Pasolini spaziando dalla ieratica musica del seicento sino a materiali popolari del dopoguerra. A questa si aggiunge inoltre un progetto sonoro che, esplorando le possibilità di captazione del movimento, ne sfrutta il loro trattamento in tempo reale.

Luca Veggetti

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Danza accademica, moderna, contemporanea: quante definizioni Madama Dorè.

Nella mia conferenza al Teatro dell’Aleksander Girardi Hall di Cortina d’Ampezzo intendo affrontare anzitutto il tema delle macro differenze esistenti nell’ambito coreutico. Non si tratta di dettagli formali di scarsa importanza, bensì di un’impostazione e riflessione sul corpo in scena che dura da secoli e si cala nello spirito del tempo cui appartiene. Danzare è sentire il respiro del mondo, non mera tecnica ma espressione e trasformazione del movimento da parte dell’interprete che oggi si vuole creativo, e prova a entrare in una serrata conversazione con chi guarda, il pubblico, toccando possibilmente le corde dei suoi sentimenti più che non quelle della mente. Danzare ispira ed è vita al quadrato come diceva la compianta Pina Bausch (Tanz tanz sonst wir sind verloren: danza, danza, altrimenti siamo perduti). L’arte della danza, per quanto così importante, non coincide con l’arte della coreografia e/o della messa in scena di un teatro fisico, e questo lo sappiamo dal tempo lontano dei Trattatisti medievali come Domenico da Piacenza.

Con un linguaggio semplice e comprensibile a tutti si potranno illustrare e vedere i progetti di danza delle scuole dell’area bellunese. L’ADA- Ass.Danza Agordina di Agordo presenterà una coreografia di Vanessa Laganà. Da Belluno giungerà la Korarte con coreografie di Laura Zago e Giorgio Tollot . Altre formazioni potrebbero presentarsi grazie al contatto con la Scuola di Nicoletta Cargnel, a Cortina. La sua Scuola ci mostrerà danze contemporanee ispirate a La meglio gioventù di Pier Paolo Pasolini. Il testo (1954) è una raccolta di poesie in friulano, diviso in due parti, la prima s’intitola Poesie a Casarsa; la seconda El Testament Coràn. Nella coreografia di Alberta Piccin che si snoda su Vocal, musica di Max Richter, non vi è alcun riferimento esplicito alle poesie, ma semmai al titolo della raccolta pasoliniana, poiché le interpreti sono molto giovani. Interessante la considerazione della direttrice Cargnel Cortina e tutta la valle ampezzana non parlano un dialetto bensì una lingua ladina, riconosciuta dall’Unesco e dallo Stato italiano, esattamente come il friulano. Siamo territori di confine, ma ricchi di bellezze naturali e valori etici come la semplicità e l’apertura nei confronti degli altri e dello straniero”. In sintesi dalle lingue nomadi, come pure l’occitano che si parla in una valle del cuneese (val Maira) ma scorre anche in alcuni lembi spagnoli, impariamo che “non siamo noi a parlare una lingua, ma è la lingua che ci parla”. Lo stesso vale, paradossalmente anche per l’arte coreutica, come si dirà nell’illustrazione dei programmi di Alta Formazione del Corso Danza Contemporanea della Civica Scuola di Teatro “Paolo Grassi”, a cura della relatrice: “non siamo noi, giovani, a danzare: è la danza che ci danza”.

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