Negli anni Ottanta escono le sue prime traduzioni: Il trentesimo anno (1985) e Il caso Franza (1988) di Ingeborg Bachman, La fornace (1984), Gelo (1986) e Amras (1989) di Thomas Bernhard. Non ha tradotto molto (tra gli altri autori Robert Musil, Arthur Schnitzler, Rainer Maria Rilke), ma lo ha fatto con molta passione e grandi risultati.
Nel 1992 fonda a Torino la SET, la scuola Europea di Traduzione Letteraria, nella ferma convinzione che i traduttori letterari potessero acquisire il mestiere, andando “a bottega” da traduttori più esperti, traducendo con loro e con loro imparando quella straordinaria ginnastica della mente che è la traduzione. Magda era anche convinta (e Marina Pugliano, sua allieva, porta avanti oggi queste istanze) che una scuola avrebbe permesso ai traduttori una maggiore collaborazione reciproca e persino un maggior potere contrattuale.
Estratto da un'intervista del 2005 con Ilide Carmignani
IC: Come si insegna a tradurre letteratura?
Ecco il nocciolo della questione: la nostra didattica si ispira alle botteghe d'arte del Rinascimento o, se vogliamo, all'antico rapporto fra maestro e discepolo. Abbiamo dei professionisti, traduttori che hanno tradotto moltissimi libri e sono conosciuti e stimati dagli editori, che tengono a bottega gli allievi e gli insegnano Il mestiere.
Ogni buon traduttore letterario sa che quel che conta è la pratica e che le astrazioni e le riflessioni della Traduttologia, per quanto Interessanti, servono quanto un testo dl musicologia a chi non ha mi posato le mani sulla tastiera. (Magda Olivetti, 2005)