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Progetti coreografici Danzatori del III anno

Esercitazione coreografica del III anno Corso Danza Contemporanea

mercoledì 28 giugno 2023 ore 16 - Sala Danza

Coordinamento Marinella Guatterini
Assistente al coordinamento Davide Montagna
Tutor dei progetti Biagio Caravano, Paola Lattanzi, Davide Montagna, Ariella Vidach

Foto di scena Mauro Valle

III anno Corso Danza Contemporanea
Carla Andolina, Marco Bosetti, Chiara Carducci, Aichatou Cherif, Elena Della Manna, Mariangela Di Santo, Carmine Dipace, Claudio Gattulli, Giacomo Graziosi, Veronica Messinese, Carlotta Perego, Linda Petruzzelli, Ilenia Maria Tundo, Arianna Villa.

In the Place, the space

Progetto coreografico | Mariangela Di Santo, Carmine Di Pace
Performer | Mariangela Di Santo, Carmine Dipace e Giacomo Graziosi
Dramaturg | Carla Andolina
Tutoring | Biagio Caravano

Musiche: Love Interludio- DJ Gruff; Shattered Horizon Mon0

Dichiariamo di essere un sistema di due corpi che prendono posizione in un dato spazio, inaugurato da una figura abitante quel luogo. Variando attrito e densità del mezzo che attraversiamo si definiscono paesaggi atmosferici divergenti. Muovendoci alla stessa velocità siamo mobili rispetto a chi ci osserva ma fermi l’uno rispetto all’altro. Affinché le due parti del sistema siano in moto tra di loro è necessario l’arresto di una delle due. Ci interessa lasciare spazio al movimento sottraendo movimento. Solo gli urti ci permetteranno la ripresa di uno stato condiviso

TO BE OH - non c'è posto per te nella mia tragedia

Progetto coreografico | Elena Della Manna, Carla Andolina
Performer | Elena Della Manna, Carla Andolina
Dramaturg | Marco Bosetti
Tutoring | Paola Lattanzi

Musica: Taiji Itō, da “Meshes of the afternoon” diretto da Maya Deren

Hai mai incontrato la persona giusta al momento sbagliato? Hai mai incontrato al momento giusto la persona sbagliata? Hai mai guardato una persona negli occhi
senza riuscire a vederla e senza essere vistə? . “TO BE OH” è una performance liberamente ispirata al dramma postmoderno DIE HAMLETMASCHINE di Heiner Müller. In scena O e H, i resti di Amleto e Ofelia ridotti alle loro iniziali. In un luogo indefinito che potrebbe essere una villa danese, un ring o una stanza da letto, H e O esplorano la loro relazione emulandosi, respingendosi, cercando un contatto, collezionando momenti di solitudine e nel fraintendimento costante talvolta riescono a ricongiungersi

AI Like

Progetto Coreografico | Claudio Gattulli
Performer | Marco Bosetti, Aichatou Cherif, Claudio Gattulli, Giacomo Graziosi, Veronica Messinese, Carlotta Perego
Dramaturg | Chiara Muraro
Tutoring | Ariella Vidach

Riusciamo ancora a percepire di avere un corpo nell’era dell’internet e dei device digitali? E a percepire il corpo di un altro essere umano?
L’ambiente che i Nopici creano anche solo camminando è di natura eterea, videoludica, ma dal momento che sono nel tuo stesso luogo significa che sono reali e tangibili, proprio come te.
E dunque proverai a interagire e seguire le regole del Gioco della Coreografia o ti limiterai a guardare?
L’idea di giocare con il corpo del Non Playable Character (NPC) viene in seguito ad una riflessione nei confronti del rapporto tra essere umano e tecnologia.
Nell’era contemporanea l’uomo tende sempre di più a dimenticare di essere materiale biodegradabile, pensandosi molto più volentieri nella sua forma digitale (vedi social network e avatar di ogni genere) ed è proprio così che nasce questa performance, ovvero come critica ironica nei confronti della società in cui viviamo.
Durante il pezzo non risalta la dimensione della critica, non è mio interesse tediare il pubblico con una lezione su come si dovrebbe vivere la vita, bensì mi interessa di gran lunga mostrare un futuro immaginifico in cui le coscienze degli umani sono ormai archiviate dentro enormi database, non immuni a guasti e malfunzionamenti, vivendo così una prima fase di accumulo che poi sfocia in caos governato da glitch continui.
La seconda fase si sviluppa in relazione allo spazio in cui la performance viene realizzata. Per sua natura è malleabile, fluida, cioè si adatta e si ricrea in ogni luogo; nel contesto teatrale, in cui viviamo il non luogo per eccellenza, ho deciso di rielaborare il linguaggio per creare il Gioco della Coreografia. È un gioco rudimentale in cui l’obiettivo è di raggiungere la sincronia tra i performer e che necessita della partecipazione del pubblico, in quanto principale protagonista nelle scelte che dovrà fare.

To the happy few

Progetto Coreografico | Linda Petruzzelli
Performer | Linda Petruzzelli
Dramaturg| Carla Andolina

"Signora,
tutti i vostri piccoli intrighi sono noti;
Spesso la donna varia,
pazzo chi se ne fida".

Stasi e sensualità. Delicatezza e potenza. Intimità e attacco.

Teras

Progetto coreografico | ideato, coreografato e performato da Marco Bosetti, Chiara Carducci, Giacomo Graziosi, Carlotta Perego, Ilenia Tundo, Arianna Villa
Dramaturg | Veronica Tinnirello

Cos’è l’umano quando incontra il mostro?
Cos’è il mostro quando incontra l’umano?
Il desiderio di esplorare questi interrogativi ci ha spinti a intraprendere un processo di ricerca collettivo, tuttora in fase di sviluppo. Con l’intento di investigare la nostra mostruosità, abbracciamo le nostre brutture e stranezze, dando vita a soggettività ibride in costante transizione e movimento.
Il termine greco Teras assume il duplice significato di augurio e mostro, delineando così il carattere complementare di due concetti apparentemente distanti: ciò che schernisce e spaventa è al contempo portatore di buona sorte. Per molte culture antiche la comparsa di figure mostruose presagiva l’imminenza di un evento sovrannaturale, identificandole come autentiche messaggere dello straordinario. Ed è proprio questo carattere di extra-ordinarietà ad aver orientato la nostra ricerca verso le molteplici possibilità trasformative del corpo, tra immaginari fantastici e paralleli: una terra di mezzo attraversata da anomalie corporee, creature selvatiche e apparizioni mitiche che sfuggono da categorie semplificatorie.
Costruzione scenica e descrizione
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Corpi che mutano. Trasfigurazioni che vengono generate anche attraverso la relazione con elementi di scena materiali e immateriali: strutture mobili, luci, proiezioni, ombre e paesaggi sonori, in un intreccio che a un tempo espande, frammenta e isola il corpo. Sono gli stessi performer a modificare la scena, interagendo e manipolando tali strutture e strumenti multimediali. La combinazione di linguaggi e medium differenti che caratterizza il lavoro è un aspetto imprescindibile. Il tema della complementarietà emerge quindi anche negli aspetti tecnici della performance, oltre che nel concept.
Riferimenti
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Gli immaginari che hanno nutrito la ricerca attingono a mondi plurali e distanti nel tempo. Uno dei primi riferimenti è quello al Kamaitachi, figura soprannaturale (più specificamente una sorta di donnola) che nella mitologia giapponese popola il mondo contadino, e rappresenta una creatura dall’azione antitetica: da un lato aggredisce, dall’altro lenisce le ferite delle vittime. Le suggestioni in tal senso provengono soprattutto da uno studio del progetto “Kamaitachi”, (edito da Aperture nel 2009) nato dal sodalizio tra il fotografo Eikoh Hosoe e il danzatore di Butoh Tatsumi Hijikata. Altro spunto fondamentale sono le creature dei bestiari medievali, che costituiscono una sorta di archivio figurativo. Infine, alcuni concetti articolati da autrici eco - femministe come Donna Haraway e Filo Sottile come l’idea di relazione simbiotica fra corpi e corpo “non normato”.
Musica
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Il lavoro sul suono si basa sull’integrazione tra la musica e quello che succede in scena. I brani sono tutti composizioni originali di Marco Bosetti oppure sonorizzazioni in tempo reale prodotte utilizzando un generatore di rumore e un multi-effetto in grado di produrre distorsioni sonore della voce.

Delicate

Progetto coreografico| Aichatou Cherif, Veronica Messinese
Danzatrice| Aichatou Cherif
Dramaturg| Alessandro Petrillo
Tutor| Paola Bedoni

Musica| Bucaneve - Chris Watson

«Alla mia età, e con tanto di quel sangue mescolato, non so più con sicurezza di dove sono» disse Delaura, «Né chi sono». «Nessuno lo sa in questi regni» disse Abrenuncio, «E credo che ci vorranno secoli per saperlo».
- _Dell’amore e di altri demoni, Gabriel García Márquez_

Creare e distruggere incessantemente: formarsi. Un essere delicato che sperimenta quella forza terrena che lo sostiene, sfruttando la spinta per elevarsi, aprirsi, trasformarsi nella riscoperta di ciò che lo tiene ancorato e lo identifica: le sue radici. Delicate è l’esplorazione all’interno di uno spazio fisico-sonoro di un corpo che cerca di prendere forma, si modella ragionando, ma non riesce a sfuggire all’irruenza del suo istinto che lo riporta come un gioco verso di sé. Incapace o stanco di evitarsi, affronta la materia che lo circonda tentando di ricostruire i propri frammenti.
Tramandare è tradire, tradire è trasformare.

Nutshell

Progetto coreografico | Chiara Carducci e Giacomo Graziosi
Performer | Chiara Carducci e Giacomo Graziosi
Tutoring | Paola Lattanzi

Musica | Contain, plastikman di Richie Hawtin, Edges Of illusion di John Surman, Marching on the rings of Saturn di Marco Shuttle.

Due corpi abitano lo spazio, non si conoscono, si attraggono, si osservano con attenzione, scambiandosi informazioni invisibili entrano in relazione. Diversi appaiono l’uno all’altra, ma più si muovono più si scoprono simili, quasi identici; nei gesti, nelle intenzioni, nelle azioni e nelle reazioni. Si mostrano per quello che sono, si denudano della loro pelle per mostrare cosa c’è sotto. Animali! e come tali pieni di vita e di stimoli sono coinvolti nel conflitto, nella lotta, capaci di amare e di farsi amare.
Ora sono la stessa cosa, lo stesso corpo con due anime.

Pulse

Progetto coreografico | Claudio Gattulli e Ilenia Tundo
Performer | Claudio Gattulli e Ilenia Tundo
Dramaturg | Chiara Muraro

Due corpi abitano lo spazio. Lo abitano perché esistono e vogliono vivere.
Si conoscono? Si capiscono?
Puntando all’esplorazione di un linguaggio comune che prevede l’utilizzo della comunicazione non verbale, in cui è stato fondamentale mescolare nella ricerca il lato crudo dell'essere umano messo in relazione alla figura magnifica e austera del pavone, vedremo i due individui costruire una relazione.
Il loro rapporto sembra conflittuale, hanno un obiettivo comune? Il bisogno di esistere dunque viene sintetizzato nell'elemento del miele, nettare ambrato di cui poi si nutriranno, vivendo la condizione essendo loro stessi in un equilibrio a metà tra lo stabile ed il precario