Si può fare teatro in un’aula?
Odissee nello spazio è uno studio a partire dall’ambiente a nostra disposizione, l’aula 9 della scuola. Liberi nella scelta di tema e modalità di restituzione, abbiamo elaborato dieci performance che si susseguono proponendo di volta in volta una visione personale dello spazio scenico. Guidato da luci, suoni e azioni, l’occhio dello spettatore viaggia tra una performance e l’altra.
1. Prologo - montaggio collettivo di pezzi singoli
Sviluppando i temi dati “teatro ideale” e “teatro fantastico”, ciascuno di noi ha elaborato due testi, che abbiamo poi unito per creare un’introduzione alle nostre singole performance. In questo prologo ci confrontiamo su più temi: la struttura dell’edificio teatrale, il ruolo sociale del teatro e i destinatari del messaggio teatrale. Attraverso l’utilizzo del disegno, proponiamo allo spettatore diverse visioni di teatro.
Dieci performance
1. Testo in scena
di Federica Cottini - autrice
con Federica Cottini e Anna Farina
Il mio lavoro indaga un paradosso della scrittura teatrale. Un testo teatrale può parlare del momento presente, in cui viene messo in scena, ma, quando lo fa, è un testo stabilito a priori, quindi passato. Per dare l’impressione di parlare del presente, il testo nel passato prevede il momento in cui verrà messo in scena, e lo descrive nel modo più simile possibile a come avverrà.
La performance indaga il momento in cui viene letto un testo che parla del momento in cui viene letto.
2. Il re dei ratti, ovvero l’isteria che precede l’atto mortale.
di e con Veronica Negrini - autrice
Qualche volta, nelle colonie dei ratti, animali che vivono ammassati, accade che le code di questi s’intreccino tra loro e le bestie rimangano legate assieme fino ad un’isterica morte. Questo fenomeno è chiamato re dei ratti. Una morte legata al dolore, all’istinto, alle pulsioni. Pulsioni primordiali muovono anche l’uomo fin dai tempi più antichi. Impossibili da sfogare per senso morale e legale, vengono trattenute e possono diventare il nutrimento stesso sfogato nell’arte. L’installazione intende mostrare, in maniera performativa, un processo fatto di carne ed impulsi, impossibilità di espulsione, ribaltamenti e doppi. Il tormento diventa così sia nutrimento che condanna stessa per l’artista.
3. What we are, what you see
di e con Anna Farina - autrice
“Mi sveglio sempre in forma e mi deformo attraverso gli altri”, diceva Alda Merini. Il senso della vista è il più ingannabile di tutti, e quello che più ci inganna. Ma è soprattutto attraverso la vista degli altri si crea la nostra identità nella realtà. Per questo è interessante lavorare sulle diverse forme di identità di ciascuno, e nello specifico di chi viene percepito come donna, che si formano attraverso la vista, provando a confutare un’affermazione antica come la storia occidentale, quella che prende carne nel verbo oida – ho visto dunque so.
4. Come sono finito qui?
di e con Leonardo Ceccanti - autore
Il progetto si propone di indagare il tema del Rimpianto.
Siamo finiti qui, oggi, tutti noi, in conseguenza ad una serie di scelte che abbiamo fatto nel corso della nostra vita. Abbiamo seguito degli itinerari che si sono delineati attraverso delle scelte o delle imposizioni che abbiamo vissuto. La nostra vita è un viaggio, e come in ogni viaggio ci sono delle tappe, delle fermate, delle ripartenze, bivi e dossi da superare. Abbiamo davvero sempre percorso la strada che volevamo percorrere? Se i treni non fermassero nello spazio ma fermassero nel tempo, in quale stazione vorremmo tornare indietro per cambiare l’ordine delle cose che sono state e risolvere così un nostro rimpianto?
5. EMERGENCY EXIT: Hikikomori su cartone
di e con Benedetta Pigoni - autrice
Studiando giapponese, fra i dizionari, le dispense universitarie e fumetti ho incontrato le parole hiku 引く"tirare", e komoru 籠る "chiudersi". Sono solo due verbi ma se composti, diventano una nuova parola: Hikikomori, coloro che "stanno in disparte" isolandosi dal mondo circostante. Chi è l'hikikomori? Quando arriva il momento di spingere la maniglia dell’uscita d’emergenza? Cosa c’è fuori da quella porta?
Un Hikikomori immerso nel suo regno di ritiro sociale si interroga su queste domande, mentre occhi di pubblico spiano attraverso le fessure della sua casa-scatolone quel mondo segreto e nascosto.
6. Senza patria
di Alessio Boccuni - regista
con Federica Cottini e Veronica Negrini
Il separarsi dal luogo in cui si è cresciuti è un trauma destabilizzante, capace di far dubitare chiunque della sua stessa persona. A dodici anni ho abbandonato tutto quel che conoscevo per costruire nuove possibilità lontano da casa, impiegando del tempo per trovare nuovamente un mio posto nel mondo.
L’indagine effettuata analizza il riproporsi di questa condizione fin dalle origini della tradizione drammaturgica occidentale, confrontando due eroine euripidee: combinando i testi originali, Ecuba e Medea dialogano fra loro, dando sostegno l’una all’altra nell’affrontare la dolorosa perdita del loro spazio “origine”.
>>CAMBIO SCENA<<
7. Kantcalling
di Maddalena Conti - regista
con Alessio Boccuni, Leonardo Ceccanti, Leonardo Ceccucci, Maddalena Conti e Veronica Negrini
KANTCALLING è una messinscena dello spazio espositivo femminista evocato dall’allestimento di installazioni, alcune di esse sono autentiche opere di autrici esistenti, altre di autrici fittizie. I contenuti proposti sono tanto di valore quando mediocri, perché prendere sul serio il femminismo e l’estetica contemporanea non significa non prendersene gioco.
>>SECONDO CAMBIO SCENA<<
8. MAtaSSA
di Martina Ponzinibio - regista
con Alessio Boccuni, Leonardo Ceccanti, Riccardo Iellen, Federica Cottini e Martina Ponzinibio
L’istinto di sopravvivenza induce l’essere umano a stipulare degli accordi con i suoi simili così da frenare lo stato di guerra di tutti contro tutti. In cambio della protezione, però, lo Stato chiede la libertà dei suoi sudditi. È possibile essere liberi e sicuri al tempo stesso? Questa domanda è al centro del mio progetto, il quale mette in scena il paradosso delle relazioni sociali rappresentando la massa come un groviglio di vasi sanguigni che creano un apparato circolatorio che alimenta i suoi componenti, ma al tempo stesso li tiene legati.
9. Il Fondo
di e con Leonardo Ceccucci - autore
Sento spesso il bisogno di spostarmi. Università, Erasmus, ogni occasione è buona per cambiare luogo. A volte però la mia ansia di novità nasconde la paura di portare a galla verità inquietanti ma preziose. Cosa succede se viaggio oltre la superficie e vado a fondo in me stesso? La mia ricerca si chiede come comunicare tale viaggio al pubblico, proponendo un’istallazione-performance che esplora il rapporto tra spazio esterno ed interno.
10. Prendi e porta a casa
di e con Riccardo Iellen - regista
La scimmia che, quando ha fame, raccoglie una sola banana e la mangia subito non sopravviverà nella savana.
La scimmia che, quando ha fame, raccoglie 5 banane, ne mangia una subita e le altre 4 le tiene da parte per quando avrà di nuovo fame sopravviverà nella savana.
La scimmia che, non avendo fame, ha raccolto 150 banane, di cui la metà marce, ha il disturbo dell’accumulo. E sopravviverà alla savana, ma non alle banane.
Evoluzionisticamente parlando, la logica dell’“e se?” ci ha salvato da predatori molto più svelti di noi, la capacità di inglobare il principio causale ci ha permesso di sopravvivere e riprodurci, il pensiero proiettato nel futuro ci ha risparmiato carestie, ferite e avvelenamenti – ma cosa accade quando questo meccanismo va in cortocircuito? E soprattutto, perché? La performance si prefigge di esplorare il tema dell’accumulo compulsivo, le sue cause traumatiche e le inevitabili sue estreme conseguenze.