Il Laboratorio
Attori e Danzatori della Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi abbinati in piccoli gruppi, hanno creato una serie di brevi performance riferite ai temi e ai personaggi di Alcesti.
Nella fase creativa del laboratorio - esperienza didattica ricchissima, programmata su base interdisciplinare e interdipartimentale - si è tenuto conto sia della dimensione teatrale che di quella “filmica”: la messa in scena delle performance è stata oggetto della esercitazione multicamera dei Registi della Civica Scuola di Cinema Luchino Visconti che, durante i due giorni dei lavori finali del 3 e 4 maggio, hanno ripreso i performer in Sala Teatro grazie all’ausilio della Regia Mobile e guidati dalle docenti Laura Zagordi e Marina Spada.
La nota di Massimo Navone e Davide Montagna
Quello di Alcesti è certamente uno dei miti più celebri e significativi che il mondo antico ci abbia trasmesso. La storia della principessa tessala che decide di sacrificarsi per il marito Admeto, che ha ottenuto da Apollo di poter restare in vita se avesse trovato qualcuno disposto a morire al suo posto, è al centro dell’omonima e più antica tragedia di Euripide conservataci (438 a.C.). Si tratta di un’opera di eccezionale intensità poetica e molto particolare dal punto di vista drammaturgico, sia perché è l’unica tragedia antica – per quel che possediamo – che narra di un amore a lieto fine, sia per l’eccezionale figura di Alcesti, una donna che col suo gesto sovrasta tutte le altre figure del dramma, a partire da quella dello stesso sposo Admeto.
Questa storia straordinaria, generata da sentimenti forti che sfidano le contraddizioni della vita e della morte, è il territorio immaginario che abbiamo scelto come punto di partenza per un’esplorazione dei grandi temi della tragedia euripidea.
Incrociando i linguaggi espressivi della parola e del corpo attori e danzatori diplomandi della Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi condividono le loro competenze nella creazione di una performance scenica e audiovisiva che proietta il mito nell’immaginario della nostra contemporaneità.
Foto di ©Alice Bellati