Artem Dzeganovskyi Violino 6

Musica scolpita: l’eleganza del classicismo, 16 febbraio Chiesa di San Giuseppe

Mozart e Haydn

Associazione Culturale La Cappella Musicale, nell’ambito delle attività collaterali alla mostra “Canova | Thorvaldsen. La nascita della scultura moderna” (Gallerie d’Italia - Piazza Scala, museo di Intesa Sanpaolo)

16 febbraio 2020 ore 17.00

Chiesa di San Giuseppe
via Verdi, Milano, ingresso libero
Studenti della Civica Scuola di Musica Claudio Abbado

MUSICA SCOLPITA: L’ELEGANZA DEL CLASSICISMO
Wolfgang Amadeus Mozart Sonata per violino e fortepiano KV 380 (1756-1791)
Franz Joseph Haydn Cantata Arianna a Naxos Hob.XXVI b:2 (1732-1809)

Nitta Masato contralto
Artem Dzeganovskyi violino
Andrea Di Renzo fortepiano

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Domenica 16 febbraio alle ore 17, nella chiesa di San Giuseppe, Nitta Masato e Artem Dzeganovskyi, studenti della Civica Scuola di Musica Claudio Abbado, concluderanno il breve ciclo di concerti che, organizzato dall’Associazione Culturale La Cappella Musicale, figura tra gli eventi collaterali della mostra “Canova | Thorvaldsen. La nascita della scultura moderna”, esposta presso le Gallerie d’Italia - Piazza Scala, museo di Intesa Sanpaolo a Milano.
Al fortepiano Andrea di Renzo, docente della Civica Scuola di Musica Claudio Abbado; in programma musiche di Mozart e Haydn.

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La Sonata per violino e pianoforte KV 380 fu composta nel 1781, anno estremamente ricco e intenso per la vita di Mozart. Dopo il successo dell'Idomeneo a Monaco, città che lo accoglie con grande familiarità, il compositore parte per Vienna. Il primo periodo è piuttosto difficile ma, via via, la capitale austriaca viene conquistata dal talento mozartiano, che cattura le attenzioni dei salotti e l'interesse degli aristocratici. A Vienna aumentano notevolmente anche la produzione pianistica e quella violinistica.

Al violino Mozart aveva del resto iniziato a dedicarsi fin dall'età di sei anni e tornerà a questo genere, tutt'altro che trascurabile nella sua produzione, fino agli ultimi anni della sua vita.

Nel 1781 nascono dunque ben quattro sonate che sono tra le più significative del repertorio violinistico del compositore e che, insieme alle due precedenti scritte a Mannheim e a Salisburgo, vengono stampate con successo da Artaria. La rivista Magazin der Musik annuncia la pubblicazione sottolineando come le composizioni della raccolta abbiano raggiunto un mirabile equilibrio tra aspetti strettamente musicali e virtuosistici, felicemente uniti da genio e fantasia.

"Le sonate -dichiara la rivista- sono uniche nel loro genere e recano il segno dell'inventiva creatrice dell'autore. Le voci di violino e pianoforte si intrecciano artisticamente tra di loro, così da suscitare continuamente l'attenzione del pubblico. Esse richiedono pari grado di abilità da parte dei due esecutori".

Contraddistinta da modulazioni e dialoghi continui tra i due strumenti, con un impianto in cui si snoda progressivamente uno sviluppo armonico brillante ed espressivo, la Sonata K 380 si conclude con toni frizzanti e vivaci, suggellando la sua esemplarità di composizione del classicismo musicale.

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La storia di Arianna, mitologica principessa di Creta, e del suo amore per Teseo, è stata tramandata in varie versioni. Si parla del Minotauro, del labirinto, del gomitolo di lana per poter uscire dal dedalo di percorsi (il mitico filo d'Arianna, appunto), della fuga verso Atene, dell'isola di Nasso in cui la protagonista del mito viene abbandonata, del matrimonio con Dioniso, del dolore della fanciulla che, sopraffatta dalla sofferenza per la perdita dell'amore di Teseo, si getta in mare volontariamente. I filoni sono numerosi ma, qualunque sia l'elemento prevalente, certo è che la vicenda di Arianna è stata oggetto di interesse da parte di importanti musicisti come Richard Strauss e Haendel. E proprio il mito perenne di Arianna abbandonata fu soggetto anche di una cantata di Franz Joseph Haydn, su testo anonimo, per soprano drammatico e fortepiano. Il titolo è Arianna a Naxos (Hob. XXIb: 2) e l'opera fu composta presumibilmente tra il 1789 e il 1790. I materiali sopravvissuti non sono datati, ma, significativamente, Haydn aveva manifestato, in una lettera all'editore londinese John Bland del 1790, la sua intenzione, poi misteriosamente finita nel nulla, di orchestrare l'opera. La cantata è costituita da quattro sezioni principali che ben delimitano la crescente tensione drammatica della vicenda. Haydn valorizza ogni parola del testo, a cominciare dal risveglio, in cui Arianna, ancora ignara dell'abbandono, chiama lo sposo Teseo con dolcezza. La cantata, in stile melodrammatico, esprime con profonda introspezione psicologica la situazione di sofferenza dell'eroina greca che nella prima aria piange l'assenza del suo amato e, man mano che l'opera prosegue, lascia che l'infelicità ceda il posto alla disperazione, mentre la terribile realtà del suo straziante isolamento, che esplode nell'aria di chiusura, la sommerge.

Chiesa di San Giuseppe, via Verdi
MM Montenapoleone, tram 1, 2, 12, 14
Info Associazione Culturale La Cappella Musicale
via Vincenzo Bellini 2 - Milano tel. 02.76317176


Cappella Musicale