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MORSI 2023 | 7 / 8 ottobre - DANZA

Rassegna di Teatro + Danza della Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi - 1° week end

EN AVANT!
Creazioni coreografiche dei Danzatori diplomati e diplomandi dell'atelier di Danza Contemporanea della Paolo Grassi
sabato 7 ottobre 2023 - ore 20
AI LIKE - Chapter LACK OF WATER - In the Place, the space - TO BE OH - non c'è posto per te nella mia tragedia - Nutshell
domenica 8 ottobre 2023 - ore 20
Delicate - Indomito - Kintsugi - Struggle
Foyer + Sala Teatro - Via Salasco 4, Milano
Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi

EN AVANT!

Coordinamento | Marinella Guatterini
Assistente al coordinamento | Davide Montagna

Tutor dei progetti | Paola Bedoni, Biagio Caravano, Paola Lattanzi, Ariella Vidach

Danzatori diplomati
Marco Bosetti, Chiara Carducci, Aichatou Cherif, Elena Della Manna, Mariangela Di Santo, Carmine Dipace, Claudio Gattulli, Eleonora Gambini, Giacomo Graziosi, Veronica Messinese, Carlotta Perego
Danzatori II Anno
Alvise Gioli, Giovanna Seccia.
Danzatori III Anno
Mirko Donsanto, Federico Rassu, Eleonora Strobino, Francesco Valli.

Luci | Paolo Latini, Simona Ornaghi
Costumi | Nunzia Lazzaro
Elementi scenici | Mattia Franco, Alice Capoani

foto | Mauro Valle

Programma di sabato 7 ottobre 2023

Sala Teatro - via Salasco 4, Milano
inizio serata ore 20:00

AI LIKE - Chapter LACK OF WATER
Progetto Coreografico | Claudio Gattulli
Performer | Marco Bosetti, Aichatou Cherif, Claudio Gattulli, Giacomo Graziosi, Veronica Messinese, Carlotta Perego
Dramaturg | Chiara Muraro
Paesaggio sonoro | Marco Bosetti
Tutoring | Ariella Vidach
Musiche | Crazy Frog – Axel F; Spot pubblicitario “Bene Assicurazioni”; Vuoto 01 – Marco Bosetti; Harold Faltermeyer – Axel F
Le tracce musicali originali sono state modificate ed adattate secondo la necessità performativa, in questo contesto Marco Bosetti ha saputo reinterpretare le richieste coreografiche.

Che succede?
Riusciamo ancora a percepire di avere un corpo nell’era dell’internet e dei device digitali? E a percepire il corpo di un altro essere umano?
L’ambiente che i Nopici creano anche solo camminando è di natura eterea, videoludica, ma dal momento che sono nel tuo stesso luogo significa che sono reali e tangibili, proprio come te. E dunque proverai a interagire e metterti in Gioco o ti limiterai a guardare?

L’idea
L’idea di giocare con il corpo del Non Playable Character (NPC) viene in seguito ad una riflessione nei confronti del rapporto tra essere umano e tecnologia.
Nell’era contemporanea l’uomo tende sempre di più a dimenticare di essere materiale biodegradabile, pensandosi molto più volentieri nella sua forma digitale (vedi social network e avatar di ogni genere) ed è proprio così che nasce questa performance, ovvero come critica ironica nei confronti della società in cui viviamo.
Durante il pezzo non risalta la dimensione della critica, non è mio interesse tediare il pubblico con una lezione su come si dovrebbe vivere la vita, bensì mi interessa di gran lunga mostrare un futuro immaginifico in cui gli umani hanno deciso di trasferire le proprie coscienze in corpi digitali, pensando di poter finalmente sfuggire al deterioramento naturale, ma senza considerare la fallacia della tecnologia.
Veniamo introdotti in una prima fase di presentazione dei personaggi e delle leggi che dominano il loro mondo, con conseguente sviluppo delle relazioni tra loro e gli elementi esterni (luogo fisico e persone del pubblico) che in fine culmina in una rottura distopica.
La seconda fase della performance si sviluppa in relazione allo spazio in cui viene realizzata. Per sua natura è malleabile, fluida, cioè si adatta e si ricrea ogni volta che cambia luogo; nel contesto dell’atrio della Paolo Grassi, ho deciso di ripescare ed estremizzare le dinamiche che accadono giornalmente, vedi l’incontro tra persone, lo sviluppo delle relazioni, il consumo di alimenti e bevande.
Inoltre, la seconda fase prevede anche una partecipazione attiva da parte del pubblico. Nel capitolo Lack of Water, lo spettatore incaricato dovrà cercare l’acqua per permettere la conclusione della performance, documentando la sua avventura tramite video col proprio telefono.
È dunque compito tuo portare a termine il task, giochiamo?

In the Place, the space
Progetto coreografico | Mariangela Di Santo, Carmine Di Pace
Performer | Mariangela Di Santo, Carmine Dipace e Giacomo Graziosi
Dramaturg | Carla Andolina
Tutoring | Biagio Caravano
Musiche: Love Interludio- DJ Gruff; Shattered Horizon Mon0

Dichiariamo di essere un sistema di due corpi che prendono posizione in un dato spazio, inaugurato da una figura abitante quel luogo. Variando attrito e densità del mezzo che attraversiamo si definiscono paesaggi atmosferici divergenti. Muovendoci alla stessa velocità siamo mobili rispetto a chi ci osserva ma fermi l’uno rispetto all’altro. Affinché le due parti del sistema siano in moto tra di loro è necessario l’arresto di una delle due. Ci interessa lasciare spazio al movimento sottraendo movimento. Solo gli urti ci permetteranno la ripresa di uno stato condiviso

TO BE OH - non c'è posto per te nella mia tragedia
Progetto coreografico | Elena Della Manna, Carla Andolina
Performer | Elena Della Manna, Eleonora Gambini
Dramaturg | Marco Bosetti
Tutoring | Paola Lattanzi
Musica: Taiji Itō, da "Meshes of the afternoon” diretto da Maya Deren; Marco Bosetti.


Hai mai incontrato la persona giusta al momento sbagliato? Hai mai incontrato al momento giusto la persona sbagliata? Hai mai guardato una persona negli occhi
senza riuscire a vederla e senza essere vistə? . “TO BE OH” è una performance liberamente ispirata al dramma postmoderno DIE HAMLETMASCHINE di Heiner Müller. In scena O e H, i resti di Amleto e Ofelia ridotti alle loro iniziali. In un luogo indefinito che potrebbe essere una villa danese, un ring o una stanza da letto, H e O esplorano la loro relazione emulandosi, respingendosi, cercando un contatto, collezionando momenti di solitudine e nel fraintendimento costante talvolta riescono a ricongiungersi

Nutshell
Progetto coreografico | Chiara Carducci e Giacomo Graziosi
Performer | Chiara Carducci e Giacomo Graziosi
Tutoring | Paola Lattanzi
Musica | Contain, plastikman di Richie Hawtin, Edges Of illusion di John Surman, Marching on the rings of Saturn di Marco Shuttle.

Due corpi abitano lo spazio, non si conoscono, si attraggono, si osservano con attenzione, scambiandosi informazioni invisibili entrano in relazione. Diversi appaiono l’uno all’altra, ma più si muovono più si scoprono simili, quasi identici; nei gesti, nelle intenzioni, nelle azioni e nelle reazioni. Si mostrano per quello che sono, si denudano della loro pelle per mostrare cosa c’è sotto. Animali! e come tali pieni di vita e di stimoli sono coinvolti nel conflitto, nella lotta, capaci di amare e di farsi amare.
Ora sono la stessa cosa, lo stesso corpo con due anime.

Programma di domenica 8 ottobre 2023

Sala Teatro - via Salasco 4, Milano
inizio serata ore 20:00

Delicate
Progetto coreografico| Aichatou Cherif, Veronica Messinese
Danzatrice| Aichatou Cherif
Dramaturg| Alessandro Petrillo
Tutor| Paola Bedoni
Musica| Bucaneve - Chris Watson

«Alla mia età, e con tanto di quel sangue mescolato, non so più con sicurezza di dove sono» disse Delaura, «Né chi sono». «Nessuno lo sa in questi regni» disse Abrenuncio, «E credo che ci vorranno secoli per saperlo».
- _Dell’amore e di altri demoni, Gabriel García Márquez_

Creare e distruggere incessantemente: formarsi. Un essere delicato che sperimenta quella forza terrena che lo sostiene, sfruttando la spinta per elevarsi, aprirsi, trasformarsi nella riscoperta di ciò che lo tiene ancorato e lo identifica: le sue radici. Delicate è l’esplorazione all’interno di uno spazio fisico-sonoro di un corpo che cerca di prendere forma, si modella ragionando, ma non riesce a sfuggire all’irruenza del suo istinto che lo riporta come un gioco verso di sé. Incapace o stanco di evitarsi, affronta la materia che lo circonda tentando di ricostruire i propri frammenti.
Tramandare è tradire, tradire è trasformare.

Indomito
Progetto coreografico | Eleonora Strobino
Danzatore | Mirko Donsanto
Dramaturg | Rebecca Benedettini
Tutoring | Paola Lattanzi
Brani musicali: “Tandem Distiller” e “Valsalva Maneuver” di Pomassl, “Drumming: part 1” di Steve Reich

Si tratta di sofferenze che conservano gelosamente i loro segreti"
Massimo Recalcati e Uberto Zuccardi Merli -M. Recalcati, U. Zuccardi Merli, Anoressia, Bulimia e Obesità, ed. Bollati Boringhieri, Torino, 2006.

Quanto consideriamo banale ciò che ci circonda?
Quanto non ci rendiamo conto di chi ogni giorno soffre in silenzio, abitato da un grido soffocato?
Assorti nelle nostre vite frenetiche, diventiamo ciechi e trascuriamo le guerre quotidiane di chi abbiamo accanto a noi.
Questo lavoro intende trattare, in termini universali, della difficile condizione psicologica dei ragazzi di oggi e della loro quotidiana lotta per la vita in un mondo che chiede di essere sempre i migliori, di raggiungere la vetta, di superare sempre i propri limiti, invitando a raggiungere falsi ideali di perfezione, a rispettare standard impossibili, a vivere vite irreali.
Il danzatore interpreta una persona comune che si ritrova a lottare contro i propri demoni. Lo spettatore ne è il testimone: spetterà a lui decidere se, quando e come empatizzare con chi è in scena. Attraverso la propria azione fisica, il danzatore, solo in scena, diventa tramite di una collettività.
La performance utilizza essenziali elementi scenici di uso quotidiano. Il danzatore si ritrova a dialogare con essi; li accetterà e li rifiuterà, e in questo modo il suo corpo si costruirà e si distruggerà, si riempirà e si svuoterà.
Indomito è un invito a vedere dentro di sé. Ha lo scopo di condurre il pubblico in una dimensione interiore e profonda.
Immersione.
Verità.
Risveglio

Kintsugi
Progetto coreografico | Mirko Donsanto
Danzatrice, danzatore | Federico Rassu, Eleonora Strobino
Dramaturg | Luca Cardetta
Tutoring | Paola Bedoni
Musica | Sofia Gubaidulina, Musical Toys: Song of the fisherman • Sofia Gubaidulina, Musical Toys: A bear playing the double bass and the black woman • Julia Wolfe, Earring

Il Kintsugi è un’antica tecnica di restauro giapponese che consiste nel riparare oggetti in ceramica utilizzando l’oro per saldare insieme i frammenti. Le crepe restano così in evidenza e non vengono nascoste. La rottura è un atto fulmineo che sconvolge un equilibrio. Per ristabilire l’equilibrio occorre tempo. Il tempo è scandito da tentativi fallimentari. I fallimenti sono necessari a dare nuova vita all’equilibrio. Il tema della rottura viene illustrato a partire da una linea di demarcazione che limita e divide due mondi. Separati da tale linea, questi si respingono come due magneti dello stesso polo, si scontrano, si urlano contro – come impossibilitati a comunicare. In questa condizione, perfino una carezza può essere percepita come un atto di violenza. Nell’indagare le dinamiche della rottura e della riparazione, il progetto mette in relazione il mondo umano del razionale-irrazionale con il mondo animale dell’istinto. Con tale operazione, esso esorta ad abbandonare le riflessioni sul buono, sul giusto o sul doveroso, e a ritornare a una dimensione di fisicità dove le cose semplicemente accadono. Il progetto lavora sul rapporto a distanza, il contrasto tra lento e veloce, l’uso dei ritmi e dei suoni. L’immaginario di riferimento coniuga elementi diversi tra loro, come gli oggetti della vita quotidiana, gli elementi naturali, il mondo animale e l’arte di Caravaggio.

Struggle
Progetto Coreografico | Francesco Valli
Danzatori, danzatrice | Giovanna Seccia, Alvise Gioli, Francesco Valli
Dramaturg | Marzio Gandola, Luca Cardetta
Tutoring | Paola Lattanzi
Musica | Raffaello Basiglio

È cominciato tutto nel buio, nel timido sole di un'alba. Eppure in quel buio, in quel vuoto noi ci trovammo ad esistere...
...noi siamo Struggle lottiamo per continuare ad essere, lottiamo per essere all'altezza, noi siamo come tutti gli altri e tutti gli altri sono come noi, noi lottiamo per farci dono.
La lotta è la nostra esistenza e l'esistenza è il dono di questa vita.

(Dagli appunti di lavoro)

Tutto parte da un respiro, un incontro, un luogo, un cerchio in cui affondano le radici di un conflitto primitivo. Questo è Struggle.
La parola conflitto significa all’origine “urto insieme”, contiene quindi un elemento di scontro, ma anche uno di unione, è una cosa che si fa assieme. E quello che si fa insieme si fa forzatamente in uno spazio condiviso.
“Struggle” intende indagare quel presente eterno e sfuggente di continuo incontro e scontro di corpi, e lo spazio in cui questo può avere luogo, uno spazio in cui regna la fiducia e il conflitto non distrugge ma crea, come l’immagine di un fuoco ancestrale che non consuma ma dà vita ad un nuovo germoglio. Una fiamma in cui l’uno e il molteplice si confondono, si incontrano per un momento e poi tornano ad opporsi.
I corpi sono coinvolti quanto lo spazio che abitano, che diviene un ulteriore corpo da incontrare.
Tutto si concentra sul rapporto umano, che non è fatto di appuntamenti definiti chirurgicamente, ma dalla scoperta di ogni incontro.

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