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Le studentesse della Civica Altiero Spinelli autrici dei sottotitoli delle produzioni della Civica Luchino Visconti

Le produzioni dei diplomati della Civica di Cinema accessibili anche in lingua inglese

Un gruppo di studentesse del corso di laurea magistrale in Traduzione, durante un'esperienza di tirocinio, hanno avuto l'occasione di mettere alla prova le proprie abilità realizzando la traduzione e la sottotitolazione in inglese di 7 differenti produzioni degli studenti della Civica Scuola di Cinema Luchino Visconti.

Le autrici si sono cimentate lavorando a cortometraggi - tra documentari e fiction - di diverso tipo e centrati su tematiche differenti occupandosi di tutte le fasi dell'attività di sottotitolazione. La revisione finale è stata curata dai professori Charlotte Buckmaster e Ottavio Janni.

Hanno partecipato al progetto le studentesse:
Aurora Magnani, Greta Moreo, Erica Pastori, Denise Pranzo, Noemi Serravallo, Monica Zezi

Abbiamo chiesto loro di raccontarci alcune sfide linguistiche che si sono trovate ad affrontare in corso d'opera ed ecco cosa ci hanno risposto:

"Le sfide principali le abbiamo incontrate lavorando sui corti "Sant'Ambroeus" e "Riverdì".

In "Sant'Ambroeus" abbiamo seguito una squadra di calcio milanese composta solamente da rifugiati e richiedenti asilo, dagli allenamenti alle partite. Per questo, in tutto il corto ci è capitato spesso di trovare termini molto specifici legati all'universo calcistico, dai ruoli in campo ai tipi di marcature. Per alcuni è stato semplice trovare un corrispettivo mentre per altri, come ad esempio il modo di dire "chiamarsi uomo", sono servite ricerche più approfondite (e anche l'aiuto di amic* più espert*).

"Riverdì" racconta invece la storia di Witige Gaddi e del suo casone, un'abitazione rustica tipica della zona lagunare veneta. In questo corto la difficoltà è stata l'uso massiccio del dialetto veneto da parte del suo protagonista, il signor Gaddi. Fortunatamente nel film erano già stati inseriti dei sottotitoli in italiano per le parti più complicate ma alcune espressioni erano state lasciate in dialetto.

Un esempio che ci è rimasto particolarmente impresso è la frase "Cavo de Nembo no maina bandiera": non avevamo alcun tipo di riferimento che ci indicasse cosa volesse dire ma per fortuna siamo riuscite a capire che si trattava di un richiamo al poeta e scrittore Biagio Marin, amico del protagonista del documentario, soprannominato "Cavo de Nembo" (testa di temporale) a causa del suo carattere irascibile. In poche parole, con quella frase il protagonista voleva semplicemente dire che lui non si arrende, non issa mai bandiera bianca".