La Fabbrica del Dubbio (Blonk Editore) si pone il problema di come intervenire dal punto di vista educativo e didattico, provando a costruire un manuale di istruzioni, ad uso di giovani e giovanissimi, per approcciarsi alla relazione con i media. Creando un’alleanza, forte, inscindibile con l’unica istituzione che, per quanto vituperata e svilita, può farsi da intermediaria con i giovani: la scuola. Per fare questo abbiamo scelto di coinvolgere due gruppi distinti (molto distinti): i giornalisti e gli insegnanti. Li abbiamo costretti intorno a un tavolo perché potessero ibridare due linguaggi, per rendere questo volume un manuale operativo.
Il progetto, presentato al Festival Mitopoietica di Pavia, vede la collaborazione della Civica Scuola Altiero Spinelli che è tra i primi sperimentatori.
Dallo scorso anno accademico infatti è attivo un corso opzionale, per il corso triennale in Mediazione linguistica che si occupa di questi temi e si svolge in continuità con la attività laboratoriali che si svolgono, anche in lingua e a cura di mediatori dell'Istituto in alcune scuole cittadine.
La Fabbrica del Dubbio
“Ci siamo quindi posti il problema di come intervenire dal punto di vista educativo e didattico, provando a costruire un manuale di istruzioni, ad uso di giovani e giovanissimi, per approcciarsi alla relazione con i media. Creando un’alleanza, forte, inscindibile con l’unica istituzione che, per quanto vituperata e svilita, può farsi da intermediaria con i giovani: la scuola. Ecco quindi il senso del volume che avete tra le mani: una via di mezzo tra il saggio e il manuale, uno strumento che agevola gli insegnanti a introdurre la relazione tra cittadini e media che, necessariamente, va ripensata (e riformata). Per fare questo abbiamo scelto di coinvolgere due gruppi distinti (molto distinti): i giornalisti e gli insegnanti. Li abbiamo costretti intorno a un tavolo perché potessero ibridare due linguaggi, per rendere questo volume un manuale operativo.”
Dall’introduzione di Lele Rozza