Una festa animata da Spettri, Casa di bambola, La donna del mare, Hedda Gabler, La commedia dell’amore, Quando noi morti ci destiamo
Spettacolo ideato e diretto da Massimo Navone
Aiuto regia Fiammetta Perugi
Collaborazione alla drammaturgia Mattia Michele De Rinaldis
Attori
Giulio Biscardi, Sebastiano Bronzato, Marko Bukaqeja, Davide Cirri, Giuditta Costantini
Doriana Costanzo, Silvia D’Anastasio, Francesca Fatichenti, Claudio Pellegrini, Giulia Perosa, Ilaria Zanotti
T. Torreggiani
con i Danzatori del Primo Corso Teatrodanza Andrea Giaretta, Michele Colturi
con Giuditta Pascucci e Isabella Rizzitello del Secondo Corso Recitazione
musiche composte ed eseguite da Roberto Dibitonto, Tiziano Cannas
Scene e costumi
Sara Arrigotti, Lorenzo Franco, Giulia Bandera, Serena D’Orlando, Anna Leidi, Elena Passerini, Alice Tomola, Valentina Silva
Scuola di Scenografia dell’Accademia di Belle Arti di Brera
Costruzioni scenografie Mattia Franco, Alice Capoani, Irene Bonifazi, Ryan Contratista, Max Perego
Costumi Enza Bianchini, Nunzia Lazzaro
Luci Paolo Latini, Simona Ornaghi
Collaborazione video Fabio Brusadin
video Domenico Onorato
Fotografa di scena T.Torreggiani
Note di regia
Le donne di Ibsen sono avvolte da un’ombra di mistero che emerge dalle profondità delle loro menti tormentate. Sono vite dilaniate le loro, dilaniate e sospese. Da un lato lo scontro tra la propria morale, quella umana, e la morale sociale, quella imposta. Dall’altro il conflitto ancora più violento tra la realtà sognata e quella vissuta. Sono due dimensioni inconciliabili che si sovrappongono e combattono in modi diversi eppure analoghi in ognuna di queste donne. Tutte attendono un ‘prodigio’, un gesto o parola magica che sappia sciogliere per incanto tutti i nodi dell’anima e colmare l’abisso che vedono spalancarsi sotto di loro, un gesto nobile e poeticamente eroico che possa riscattare e dare un senso alla vita.
E mentre si combattono queste lotte titaniche dell’eterno femminino gli uomini, mariti o pretendenti del loro amore, osservano meravigliati e sgomenti l’apparizione, davanti ai loro occhi, di donne del tutto diverse da quelle che avevano fino ad allora immaginato e creduto di avere accanto. Cercano di capire, si sforzano di farsene una ragione, a tratti un lampo di affinità luminosa li rende complici e partecipi di quel mistero che comunque non si dissolve. Ci dovremo arrendere e soccombere o troveremo insieme nuovi pensieri e nuove strade per condividere i cammini delle nostre vite? Questa è la domanda urgente e poetica che i personaggi di Ibsen, donne e uomini, ci continuano a rilanciare. Credo davvero che si tratti di uno dei migliori temi possibili su cui riflettere oggi, attraverso il teatro, insieme alle nuove attrici e ai nuovi attori di domani.
Marina Alessi
Marina Alessi
Note al testo
Immaginiamo di essere in Norvegia. Immaginiamo che i palazzi milanesi siano fiordi bagnati dal mare del Nord, e immaginiamo infine, una festa di mezza estate. Le navi percorrono l’ultima tratta sulla costa, i musicisti suonano, i personaggi si incontrano. Sono Nora, Hedda, Torvald, Falk, Ellida, Brack, Wangel, Irene, Manders, Rubek, Helene, Svanhild.
Ibsen Summer Rave è la dimensione spazio-temporale in cui convergono le trame, i temi ed i conflitti che Ibsen ha affrontato nel suo teatro. Si festeggia, si canta, si parla di amore, di regole sociali, si brinda. Ma questa superficie ad un certo punto si frantuma, sovrastata dal riemergere di conflitti nascosti, contaminata da segreti e ossessioni. Come Ibsen deforma il suo realismo animandolo di spettri, morti che si destano e stranieri che incombono come ombre, così la festa si trasforma in uno spazio onirico dove i personaggi rivelano la loro identità nascosta. Ogni coppia raggiunge la sua “gabbia” dove l’emergere di conflitti e drammi sepolti, viene messo sotto la lente d’ingrandimento e indagato nella complessità delle sue dinamiche.
In questo scontro sono le donne ad essere protagoniste, figure messe nel mirino di una comunità contraddittoria e incoerente. Un complesso di leggi e principi morali con cui tutte finiscono per combattere, ognuna a modo suo, ognuna affiancata da uomini che incarnano valori e caratteri differenti, uomini quasi sempre incapaci di comprenderle. L’immagine che si compone, è quella di una società che fa fatica a riconoscersi e a trasformarsi, è una realtà che Ibsen sa raccontare con impareggiabile maestria cogliendone la profondità dei temi universali che ancora ci riguardano… è una festa, alla quale siamo tutti invitati.