Per celebrare la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, in occasione della pubblicazione del suo ultimo romanzo Schiava della libertà (Longanesi), consigliamo la lettura dell'articolo di Ildefonso Falcones Scusateci se potete, tradotto da Rossana Ottolini, coordinatrice del corso di laurea magistrale in Interpretazione e uscito su La lettura de il Corriere della Sera. L'autore parla ampiamente di schiavitù, di discriminazione e di migranti.
Dice Falcones nell'articolo: "La vicenda si sviluppa attraverso il racconto di due epoche diverse: il periodo della schiavitù nella Cuba coloniale spagnola della seconda metà del XIX secolo, e la Madrid del XXI secolo non immune da un razzismo residuo che è la diretta prosecuzione di quella stessa schiavitù. La ragione che mi ha indotto ad optare per questo dualismo temporale va ricercata nella sorpresa che provoca scoprire che la Spagna, ultimo Paese occidentale ad abolire la schiavitù nelle proprie colonie, ne sancì l'illegalità solo nel 1880. Normalmente la parola schiavitù ci trasporta verso epoche più remote, ma è una percezione parziale e riduttiva. Mia nonna, che ho conosciuto, con cui ho parlato e che mi ha voluto bene, è stata contemporanea di questa aberrazione quando era lecita a Cuba, allora territorio spagnolo, che ha comportato la deportazione verso i possedimenti spagnoli nelle Americhe di circa due milioni e mezzo di persone, una parte importante di quegli undici milioni che, secondo le stime, costituiscono il totale delle persone che attraversarono l'oceano destinate alla schiavitù. (...) La vicinanza temporale della data di abolizione della schiavitù da parte della Spagna mi ha spinto a proporre al lettore una seconda trama contemporanea, strettamente legata alla sofferenza di quegli esseri umani, all' interno della quale mi concedo di immaginare una riparazione a un'ingiustizia storica, benché giunga differita nel tempo".
Schiava della libertà è un romanzo che attraverso i secoli e le generazioni racconta la storia di due donne coraggiose, legate dal sangue e da un ideale, alla ricerca di giustizia e libertà e disposte a combattere fino alla fine pur di ottenerle.
Se sei vittima di violenza o conosci qualcuno che lo è, contatta la Rete Antiviolenza Milano (tag o link https://www.reteantiviolenzamilano.it/) o il 1522, numero nazionale antiviolenza e stalking
Schiava della libertà
di Ildefonso Falcones (Longanesi, 2022)
Cuba, metà del XIX secolo: Una grande nave attracca nel porto dell'isola dei Caraibi. La stiva non contiene provviste, materiali o gioielli, ma qualcosa di ben più prezioso sebbene al tempo stesso assai più a buon mercato: persone. Donne, in particolare. Prelevate dalle loro case in Africa con l'inganno, sono uno dei beni più ricercati a Cuba. Grazie alla loro manodopera, i ricchi possedenti terrieri si assicurano importanti profitti e grazie ai bambini che partoriscono, possono sempre contare su manovalanza fresca. Nella schiera di ragazze sporche e denutrite, c'è anche la dodicenne Kaweka che viene acquistata dal marchese della potente famiglia dei Santadoma. Indomita e fiera, Kaweka fin dalla più giovane età sente dentro di sé il peso di un'ingiustizia a cui si sente irrevocabilmente chiamata a riparare e che coinvolge non solo lei ma tutto un popolo. E sarà una causa che rischierà di distoglierla anche dall'amore per Modesto, un altro schiavo giunto alla piantagione. Perché l'unica schiavitù a cui Kaweka, ogni giorno che passa, sempre più sente di volersi sottomettere non è quella verso i padroni bianchi, né verso l'amore per un uomo, bensì per la causa della libertà. E per servire questo sogno Kaweka decide un giorno di fuggire, mentre all'orizzonte si addensano lo spettro della guerra di indipendenza di Cuba dalla Spagna e delle prime rivolte degli schiavi...
Madrid, oggi: Lita ha una promettente carriera nella prestigiosa banca Santadoma, di proprietà degli omonimi marchesi, i quali stanno cercando di mettere a punto una lucrosissima vendita del proprio istituto a un gruppo finanziario americano. Ma Lita non è solo una giovane donna in carriera nel difficile mondo della finanza: è la figlia, faticosamente emancipatasi grazie agli studi e la determinazione, di una domestica di casa Santadoma, ed è una donna che nel lottare, come tutte le donne, per farsi valere, deve portare su di sé anche il peso del riscatto dalle umili origini e il colore della propria pelle. Un'inattesa visita a Cuba la avvicinerà non solo alle sue radici, faticosamente vissute nel corso della sua intera esistenza, ma anche a una sconvolgente rivelazione sulla storia della propria famiglia. Una rivelazione che passa attraverso una vecchia collana di legno, stringendo la quale Lita sembra riconnettersi a un mondo potente e ancestrale che nella mente e nel cuore sembra gridarle una sola parola: libertà. Intanto, proprio grazie al lavoro di Lita, verità sempre più inquietanti affiorano sulla immensa fortuna dei Marchesi di Santadoma. Verità sepolte che per nulla al mondo Doña Clauda Santadoma vorrebbe risalissero in superficie...