PESCE kenopsis

Finestre sull'immaginario 2023_VII Edizione

Progetto dedicato alla performance tecnologica a cura di Manuel Renga e Ariella Vidach

Settima Edizione del progetto nato nel contesto del Laboratorio delle idee con il 3°Corso Regia Teatrale e il 3° Corso Danza Contemporanea della Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi
a cura di Manuel Renga e Ariella Vidach e il tutoraggio tecnico di Fabio Brusadin

Giovedì 16 marzo - ore 20.00
via Salasco, 4 - Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi, Milano

Crediti generali

Un progetto didattico ideato da Tatiana Olear
Curato da Manuel Renga - tutor progettazione e regia
Ariella Vidach - tutor danzatori
Fabio Brusadin - tutor tecnico

Registi 3°anno
Massimo Marani, Rachele Pesce, Caterina Piotti, Arianna Sorci

Danzatori 3° anno
Carla Andolina, Marco Bosetti, Carmine Dipace, Ilenia Tundo, Elena Della Manna, Giacomo Graziosi, Aichatou Chèrif, Veronica Messinese, Linda Petruzzelli, Arianna Villa, Carlotta Perego, Chiara Carducci, Claudio Gattulli e Mariangela Di Santo.

Elementi scenici e allestimenti Alice Capoani e Mattia Franco
Elementi di costume Nunzia Lazzaro
Luci Paolo Latini, Simona Ornaghi

Come approcciarsi alla creazione di un lavoro performativo?

Questo progetto è nato, proprio come indica il titolo, per offrire un’occasione di affondo nel proprio immaginario, dando ai registi la possibilità di lavorare in diversi ambiti:

  • si affronta il genere della performance, quindi una forma di spettacolo contemporanea che apre a molteplici possibilità ideative e formali;
  • sono coinvolti come protagonisti i danzatori, permettendo un incrocio di competenze e talenti tipico dell’impostazione didattica della scuola;
  • è richiesto l’utilizzo di alcuni elementi tecnologici, come spazio di sperimentazione di ciò che è stato studiato in precedenza;
  • da ultimo i registi e i danzatori hanno la possibilità di lavorare sulle proprie capacità autorali.

Come approcciarsi quindi alla creazione di un lavoro performativo? Come procedere con ideazione, progettazione e realizzazione?
Queste sono le domande a cui questo seminario intensivo prova a rispondere, offrendo agli allievi uno spazio di sperimentazione libero, un luogo in cui far convogliare le energie di registi e danzatori, mettendo loro a disposizione il tutoraggio dei docenti della scuola e l'appoggio tecnico necessario.

Non vi sono vincoli legati a spazi o tematiche: gli studi riguardano performance spesso site specific, stanziali o itineranti, con la presenza live dei danzatori.

La parola chiave che può raggruppare i lavori di quest’anno è “RETI” nell’accezione di relazioni, interconnessioni. Massimo Marani approfondisce il tema della distanza e della vicinanza nelle relazioni fra due persone, completamente rimodulate dopo l’esperienza della pandemia; Rachele Pesce a partire dall’idea di rete neurale studia il tema della visione, della perdita della vista e di conseguenza della perdita di connessione con la realtà; Caterina Piotti parte dall’immagine del micelio fungino, delle sue ramificazioni per comporre una dichiarazione d’amore alla Scuola e alla possibilità di connessioni che offre; infine Arianna Sorci affronta il tema del burn out, del rapporto fra l’uomo e la società che corre con ritmi diversi, focalizzandosi sulla relazione tra l’uomo e l’automobile, oggetto feticcio della modernità.

Manuel Renga

Distance, Love...

Aula 2 - Aula 5
ore 20:00
Studio per una performance di Massimo Marani
Performer Carla Andolina, Marco Bosetti, Carmine Dipace, Ilenia Tundo

L'amore getta un ponte tra due sponde. La distanza rimane. (Heinrich Wiesner) Aveva sperimentato la tossicità dell’amore, ed aveva capito che la tossicità della distanza era solo alternativa alla tossicità dell’intimo. (Giorgio Manganelli) Sapere quando bisogna avvicinarsi o allontanarsi, è tutto lì il mistero dell’amore che nessun libro insegna. (Katherine Pancol) Le lettere d’amore si nutrono di lontananza. (Carlo Gragnani) Ma sono lettere, queste? A me sembrano un abbraccio che si sporge alla finestra su un cortile vuoto, sono calci e pugni dati alla cieca, per aria, in solitudine. (Tiziano Scarpa) Eppure, nonostante tutto, solo noi sappiamo essere così lontanamente insieme. (Julio Cortázar)

Kenó(p)sis

Aula 9
ore 20:00
Studio per una performance di Rachele Pesce
Performer Elena Della Manna, Giacomo Graziosi

Come è nato il senso della vista? Perché, come specie, vi facciamo così tanto affidamento? Cosa si cela dietro alla paura di perdere la capacità di vedere?
Questi gli spunti alla base del progetto, il cui titolo deriva dalla fusione dei termini greci “kénosis”, letteralmente “svuotamento”, espressione che nella teologia cristiana indica il processo di incarnazione della sapienza divina in essere umano, ed “ópsis”: “vista”.
Vista dello svuotamento, dunque, o svuotamento della vista: così potrebbe essere sintetizzato il viaggio che si articolerà sulla scena attraverso differenti tappe tematiche e narrative, in una commistione tra la forma musicale del concept album ed elementi performativi e visuali.

Ecosistema Paolo Grassi - una dichiarazione d'amore

Itinerante negli spazi della Scuola
ore 20:00
Studio per una performance di Caterina Piotti
Performer Aichatou Cherif, Veronica Messinese, Linda Petruzzelli, Arianna Villa

Ecosistema Paolo Grassi è una performance itinerante che va ad esplorare l’ambiente della scuola e le sue connessioni. Cosa succede se teatro, micelio, fili e gomitoli vengono riuniti per dar vita ad un’idea?
Andando a pescare da “L’ordine nascosto La vita segreta dei funghi” di Merlin Sheldrake ed esperienze personali si vuol dar vita ad una rete di mondi immaginari. Una molteplicità che è singolarità germoglia attraverso tappe intessute di micologia, teatro, tecnica e storie di vita.
Per il pubblico un invito ad innamorarsi.

BURNIN’

Cortile della Scuola
ore 20:00
Studio per una performance di Arianna Sorci
Performer Carlotta Perego, Chiara Carducci, Claudio Gattulli e Mariangela Di Santo

La performance è pensata per tre automobili e quattro danzatori. Essa si pone di indagare il fenomeno del burn out all’interno della società tardo-moderna, così come viene definita dal filosofo Byung-chul Han nel libro La società della stanchezza.
In un momento storico in cui il ritmo di lavoro diventa sempre più frenetico e schiavizzante, l’auto si rivela luogo di sfogo e di isolamento dalla società che ci opprime, ma allo stesso tempo è il mezzo attraverso il quale l’individuo si incastra negli stessi ritmi incalzanti da cui non riesce a sfuggire.
All’interno di questo spaccato, può esserci ancora posto per un’azione contemplativa? Oggi l’individuo è veramente libero? È possibile concedersi il tempo di osservare, e magari non fare niente?