Crediti dello spettacolo
Testo di Eliana Rotella
Regia di Giulia Sangiorgio
Attori Simone Cammarata, Silvia Guerrieri, Gennaro Mazzuoccolo, Eleonora Mina, Simone Roberto Ruvolo, Edoardo Spina, Marco Trotta
Musiche Simone Zanada
Scene Nikolò Bikros, Annalisa Burcheri, Giulia Ogliari
Costumi Annalisa Burcheri
Video Jacopo De Benedictis, Giulio Gatto
Foto di scena Giulia Ogliari
Si ringrazia Martina Di Prato, Valeria Fornoni, Zeno Piovesan
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Note dell'autrice
La vicinanza con la morte ci ha messo di fronte all’assenza del vocabolario per affrontarla, sostituito dalla confortante preghiera quotidiana di numeri e dati. Eppure, dietro ognuna di quelle cifre, c’è stato un nome a rappresentarla. Il dato, senza la bocca che lo traduce, che lo vivifica, è solo la metà di una vita, come un testo teatrale in attesa di incontrare il corpo dell’attore. Corpus, in una sintesi insperata, significa allo stesso tempo persona, cadavere, materia, testo. Corpora è la pluralità delle storie di corpi assenti contenute in un corpo ancora vivo per raccontarle, un corpo che spaventa perché slabbrato, composito, sanguinante. Un corpo che dà fastidio, come i punti di sutura che si rimarginano. Corpora non è la cicatrice guarita, è la ferita fresca appena ricucita, nella carne e nel corpo anche dopo il corpo, nella carne che si fa tanti corpi, come nel titolo, per tutte le bocche che racconteranno queste vite.
Eliana Rotella
Note di regia
Come si fa a vivere sapendo che si morirà? Corpora è un testo che attraverso il racconto della fragilità e della fatalità cerca risposte alla domanda inesauribile. Fatti, luoghi, personaggi e circostanze diverse si intrecciano nel punto di intersezione fatale. Sei performer vestono le sembianza di figure sulla soglia, a contatto diretto con il salto nel vuoto. Lo spazio che accoglie questi corpi e queste voci è un giardino, luogo in cui la nascita e la morte si congiungono in un solo ciclo vitale. I piedi ancorati alla terra, il cielo che scorre sopra la testa. Lo spazio si compone e ricompone grazie a pochi elementi, sei bare bianche, simili quasi ad artefatti alieni precipitati. Quali sono le parole, udite le quali, si sarà fatta pace col non esserci più, nostro e degli altri? Forse anche solo una risata sarà un buon punto di partenza.
Giulia Sangiorgio