IMMAGINE NEL NOME DEL PADRE BOCCUNI

CASTING: Nel nome del Padre

Testo di Luigi Lunari- Regia di Alessio Boccuni

La Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi cerca
1 attrice (età scenica tra i 25 e i 35 anni)
1 attore (età scenica tra i 30 e i 40 anni)
per l'esercitazione di Regia di ALESSIO BOCCUNI - allievo regista del 2° anno
Tutor Alberto Cavecchi

Il piano didattico del 2° anno regia trova il suo centro nella messinscena da parte di ciascun allievo del corso di un breve atto unico della drammaturgia contemporanea, allo scopo di mettersi alla prova nel lavoro con gli attori e gli altri strumenti della regia in forma possibilmente compiuta. Considerando fondamentale poter misurarsi con risposte attoriali attendibili, si ritiene importante il coinvolgimento di attori già formati.

Profilo degli attori

Cerchiamo:

  • 1 attrice, età scenica compresa tra i 25 e i 35 anni
  • 1 attore, età scenica compresa tra i 30 e i 40 anni

Si richiede inoltre che entrambi siano disponibili all’improvvisazione e al lavoro fisico.

Casting

Il CASTING si svolgerà in presenza, in due fasi:

  • Prima fase (previa convocazione in base al materiale inviato): 27,28,29 febbraio, 1 marzo 2024.
  • Seconda fase (per la seconda fase verranno inviati materiali specifici): 11, 12, 13, 14 marzo 2024.

Per candidarsi, è necessario inviare via mail curriculum vitae, 2 foto (1 primo piano e 1 figura intera), eventuali link video a casting.paolograssi@scmmi.it entro il 20 febbraio 2024, indicando nell’oggetto della mail “CASTING_PADRE”. Si prega di indicare nella mail date e orari di preferenza per la prima fase del casting.
Le convocazioni alla prima fase con le indicazioni di lavoro, saranno comunicate via mail, entro il 22 febbraio.

Saranno prese in considerazione solo candidature di attori diplomati presso accademie riconosciute o con esperienza professionale equiparabile.

Periodo di lavoro repliche comprese

9 aprile 2024 – 11 maggio 2024

Retribuzione

La retribuzione prevista è alla minima sindacale, non trattabile, per un totale di 22 gg lavorative comprensive delle 3 repliche. Non è previsto alcun rimborso spesa ulteriore.

SINOSSI “NEL NOME DEL PADRE” di Luigi Lunari

In nel Nome del Padre, Luigi Lunari – dramaturg e traduttore per Giorgio Strehler al Piccolo Teatro di Milano – accosta le vicende di due personalità dai cognomi ingombranti: Rosemary Kennedy e Aldo Togliatti fanno la reciproca conoscenza in un luogo che non ha tempo dopo essersi ambedue congedati dalla vita terrena. Abbinati da una qualche entità, i protagonisti di questo appaiamento hanno il compito di raccontare la propria esistenza, dandosi sostegno l’un l’altro per esorcizzare il dolore provato da vivi ed accelerare il processo per riuscire ad abbandonare questo limbo provvisorio. I due si confrontano per un’intera stagione (dall’apparente durata drammaturgica di un giorno) su quel che significa crescere ai capi estremi del mondo, schiacciati da rigide educazioni figlie di società del tutto antitetiche. Pur non toccando riflessioni di carattere politico, entrambi riporteranno l’eco del pensiero comunista e capitalista promosso dai propri padri (Palmiro Togliatti e Joseph Kennedy) all’interno delle mura domestiche.

Aldo e Rosemary, dopo un’insolita convivenza che recupera le esperienze non vissute durante la vita, chiuderanno gli occhi per sempre, sperando di reincontrarsi per vivere come una coppia comune in un ipotetico mondo che li vorrà vicini e reincarnati.

Personaggi

ROSEMARY ha poco più di vent’anni quando viene persuasa dal padre a sottoporsi ad un intervento di lobotomia. Crede che quando uscirà dall’ospedale sarà una Kennedy esemplare, identica ai suoi meravigliosi fratelli che tanto rendono orgogliosi papà Joseph.

Ma la Storia ci insegna diversamente. Rosemary non sarà più autosufficiente, regredendo ad un’età intellettiva di circa due anni. In Nel nome del Padre la sorella minore di JFK giustifica le scelte familiari per salvaguardare le poche certezze avute da viva. A sentir parlare i genitori, lei era ritardata, inetta ed un po’ troppo procace per i gusti del potere patriarcale.

Ma Rosemary è innanzitutto americana. E poiché la bandiera degli USA recita “E pluribus, unum” (“Da molti, uno”) la figlia del Patriarca non può che accettare il compromesso, entrando a far parte d’una squadra che la dimenticherà per sempre in una stanza d’ospedale.

ALDO viene nascosto al mondo fin da bambino. Il padre Palmiro è impegnato in Spagna per la rivoluzione e con lui viaggia la moglie Rita. In Italia vige il fascismo e i comunisti come loro sono i nemici del regime. Aldo scappa ad Ivanovo (Russia) e lì è solo per un po’, senza i genitori: impara la lingua, conosce altri rifugiati ma ha qualche difficoltà a socializzare. Un dottore lo visita e sulla cartella clinica scrive “affetto da schizofrenia”. Comincia da qui per Aldo Togliatti la trafila dei ricoveri.

Togliatti, il padre, lo tiene lontano: nessuno può dubitare della salute mentale di un Leader di Partito. Lascia la moglie e frequenta un’altra partigiana, la futura Presidente della Camera Nilde Iotti. L’ingresso di una figlia adottiva, presentata come l’unica discendente, completa la nuova famiglia.

In Nel nome del Padre il giovane Aldo sfoga il suo rancore di figlio retrocesso ad appendice. Davanti a lui c’è un nuovo nucleo e gli indiscutibili impegni politici. Il Partito decide, il Partito amministra, il Partito sceglie. Lo fa anche per Aldo, che morirà da solo in una clinica modenese con gli ex membri del PCI come tutori.

IDEA DI REGIA di Alessio Boccuni

Una stanza di Motel dall’arredamento speculare presenta un doppio affaccio su continenti separati da un oceano. Aldo Togliatti e Rosemary Kennedy giungono da porte distinte, con un essenziale bagaglio a mano. Nessuno dei due sa per quanto tempo vivranno assieme.

Una sconosciuta entità li ha accoppiati: ha consegnato una lettera a ciascuno dei due e li esorta con sporadiche comparsate telefoniche a parlare, abbandonando le loro rigidità. I due ci provano e mettono in relazione le loro soffocate personalità. Il dialogo che instaurano fa emergere la fragilità dei loro animi: ad ogni minima conquista sociale, il ricordo d’un passato opprimente si palesa e i discorsi dei loro genitori tornano prepotentemente. Aldo e Rosemary ripercorrono le parole dei loro cari e poco per volta metabolizzano il peso delle scelte che il potere devoto al patriarcato ha imposto loro. I due sfilano dai loro corpi, come fossero indumenti, le convinzioni che inconsciamente hanno dato per fondamentali lungo tutto il percorso di una vita e vestono maschere, onde il ricordo del passato affiora, per esorcizzare il dolore causato dalla cecità dei loro padri.

La regia pone l’interesse sul processo del ritorno all’origine, sulla riappropriazione del vissuto tramite l’attraversamento del trauma reciproco. Individui delicati come i protagonisti di Lunari smettono d’essere orfani del mondo quando acquisiscono consapevolezza, quando ad ogni esperienza mancata viene riconosciuto il peso adeguato ed il torpore dell’indifferenza abbandona l’immagine che passivamente Aldo e Rosemary hanno di sé. La definizione delle loro personalità comincia a passare per la prima volta da loro, non dall’immaginario di qualcun altro.