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CASTING: Cabaret

Testo di Caroline Baglioni - Regia di Maddalena Conti

La Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi cerca
Un interprete di identità di genere femminile di età scenica 25-35
Un’interprete di identità di genere maschile di età scenica 25-35
per l'esercitazione di Regia di Maddalena Conti, allievo regista del 2° anno
Tutor Paolo Giorgio

Il piano didattico del 2° anno regia trova il suo centro nella messinscena da parte di ciascun allievo del corso di un breve atto unico della drammaturgia contemporanea, allo scopo di mettersi alla prova nel lavoro con attor* e gli altri strumenti della regia in forma possibilmente compiuta. Considerando fondamentale poter misurarsi con risposte attoriali attendibili, si ritiene importante il coinvolgimento di attor* già formati.

Profilo degli attori

Cerchiamo:
Un interprete di identità di genere femminile di età scenica 25-35
Un’ Interprete di identità di genere maschile di età scenica 25-35
Necessaria la disponibilità al lavoro fisico e all'improvvisazione. Apprezzata una buona competenza nel ballo e nel canto

Casting

Il CASTING si svolgerà in presenza, in due fasi:

● Prima fase (previa convocazione in base al materiale inviato): 5,6,7,8 marzo 2024.
● Seconda fase (per la seconda fase verranno inviati materiali specifici): 3,4,5 aprile 2024.

Per candidarsi, è necessario inviare via mail curriculum vitae, 2 foto (1 primo piano e 1 figura intera), eventuali link video a casting.paolograssi@scmmi.it entro il 24 febbraio 2024, indicando nell’oggetto della mail “CASTING_CABARET”.
Si prega di indicare nella mail date e orari di preferenza per la prima fase del casting.
Le convocazioni alla prima fase con le indicazioni di lavoro, saranno comunicate via mail, entro il 29 febbraio.
Saranno prese in considerazione solo candidature di attori diplomati presso accademie riconosciute o con esperienza professionale equiparabile

Periodo di lavoro repliche comprese

13 Maggio 2024-8 Giugno 2024 (per un massimo di 22 giornate lavorative)

Retribuzione

La retribuzione prevista è alla minima sindacale, non trattabile, per un totale di 22 gg. lavorative comprensive delle 3 repliche. Non è previsto alcun rimborso spesa ulteriore.

Sinossi

Caroline Baglioni trae dal Mephisto di Klaus Mann (1936) e dalla storia tedesca il punto di partenza per immaginare Berlino, il 9 febbraio 1948. Dentro al piccolo teatro di kabarett Der Sturmvogel, Karl Valentin ed Elisabeth Wellano, due cabarettisti realmente esistiti, provano ormai stanchi il loro show. Si tratta di uno spettacolo che ripercorre la vita di Hendrik Höfgen (alias Gustaf Gründgens) attore strepitoso, morto da poco. Inizialmente vicino ai comunisti, nel giro di quei tetri e sfavillanti anni passati alla storia come gli ultimi della Repubblica di Weimar, Höfgen abdica all'ideale rivoluzionario e, pur di continuare a recitare -sua ragione di vita si pone sotto l'ala protettiva di un'aquila nera, con una croce uncinata dipinta sul petto, capace di lì a poco di seminare morte in tutti i cieli d'Europa.

Come in una fantasmagoria dadaista, ad assistere alle prove si presentano alcune figure di rilievo nella cultura tedesca dell'epoca: il compositore Johann Strauss, il filosofo Martin Heidegger, due dodicenni che di cognome fanno Kessler, e molte altre figure recuperate tra le pieghe del tempo. Sono loro a battere le mani ogni volta che la vecchia scritta "APPLAUS" si illumina sul palco.

Personaggi

ELISABETH WELLANO

In arte Liesl Karlstadt, fu una vera e propria mutaforma, specializzata soprattutto in parti di uomo, di bambino, di nano. Inizialmente fu Valentin ad imporle le vesti di uomo, che le stettero ora sì strette da toglierle il respiro, ora comode il giusto per giocare con il teatro e con la vita.
Durante le prove teneva sempre un taccuino su cui, inforcati gli occhialoni tondi, annotava le improvvisazioni, a firmarlo era poi Valentin.

KARL VALENTIN

Nel 1937 Adolph Hitler disse a Karl Valentin: "Spesso le sue battute mi hanno fatto ridere sinceramente" . "E invece i suoi discorsi non mi hanno mai fatto ridere" replicò Valentin "e ora purtroppo me ne devo andare, buon giorno signor Hitler". Morì il 9 Febbraio del 1948 sul palcoscenico, in preda alla febbre che lo tormentava da tempo, a seguito di una notte in cui era rimasto per sbaglio chiuso in teatro al gelo.

L'autrice

Caroline Baglioni nata nel 1985 a Perugia dove si forma teatralmente iniziando sin da bambina grazie alla scuola Theamus di Lamberto Maggi. Successivamente si diploma come attrice al Centro Universitario Teatrale di Perugia. Nel 2008, lavora nella produzione del Teatro Stabile dell’Umbria Purificati di Sarah Kane per la regia di Antonio Latella. Nel 2010 realizza una regia collettiva insieme a David Berliocchi, Marta Pellegrino, Domenico Viola tratta da Febbre di Sarah Kane. In seguito avvicina l’arte del teatro di figura collaborando con il Tieffeu. Dal 2012 entra a far parte della compagnia La società dello spettacolo di c.l. Grugher, Michelangelo Bellani e Marianna Masciolini. Sempre nel 2012 al Teatro Valle occupato, con Antonio Latella, ha iniziato un percorso da drammaturga. Nel 2015 con il Teatro Stabile dell’Umbria è impegnata in due nuove produzioni per la regia di Danilo Nigrelli e Antonio Latella e con La società dello spettacolo prepara il progetto Io sono non amore ispirato all’esperienza di Santa Angela da Foligno.

Nel 2015 scrive Gianni. Ispirato alla voce di Gianni Pampanini, vincendo il Premio Scenario per Ustica nel 2015 e il Premio In-Box Blu nel 2016.

Nel 2018 è attrice nello spettacolo Mio padre non è ancora nato di Michelangelo Bellani. Nel 2019 è attrice e co-autrice nello spettacolo Sempreverde. Nel 2019 vince il bando come miglior autrice under 40 alla Biennale di Venezia 2019 ed è finalista al premio Virginia Reiter come miglior attrice under 35.
Nel 2022 è attrice e co-autrice in Confessioni di sei personaggi.

IDEA DI REGIA DI Maddalena Conti

Il ronzio degli Sturmvogel, letteralmente “uccelli delle tempeste”, ovvero i bombardieri del Terzo Reich, è rimasto nelle orecchie di un'intera generazione. Oggi sembra di averlo ereditato come un fischio terribilmente familiare, che ci rasenta le tempie, crescendo di giorno in giorno.
Ignorarlo è insopportabile, farci i conti anche.
In che posizione sta l'artista quando la storia continua a portare il conto -salatissimo- in una tavola piena di leccornie, ma ancora apparecchiata per la guerra? Cosa si è dispost* a fare per veder riconosciuto, se esiste davvero, quel bagliore informe che chiamiamo talento? La margarina sul pane è sufficiente a coprire la muffa? Tanto vale inasprire il tutto con dei cetriolini sottaceto. L’ultima prova per l’ultimo spettacolo della vita è l’occasione per confrontarsi con i fantasmi del passato e le ombre del futuro, per ridiscutere o confermare le scelte, per sublimare in un valzer vorticoso le crepe del rapporto durato trent’anni tra due bestiacce da palcoscenico che rifiutarono le briglie del Reich.