Brera Musica 2020

Brera Musica 20 febbraio

Terzo giovedì del mese, tre euro, tre ore di musica con gli studenti della Civica

non-stop, dalle ore 18.00 alle 21.15 alla Pinacoteca di Brera

Il 20 febbraio riprende l’appuntamento tradizionale del terzo giovedì del mese con Brera Musica e gli studenti della Civica Scuola di Musica Claudio Abbado nella Pinacoteca di Brera. Il pubblico potrà visitare liberamente le sale e, contemporaneamente, ascoltare i giovani musicisti che si collocheranno in diverse sale all'interno della Pinacoteca. Gli studenti saranno inoltre disponibili a rispondere alle domande dei visitatori, in un dinamico, originale scambio tra le arti. La scelta del programma, come sempre, nasce dalle emozioni personali che i dipinti suggeriscono ai giovani interpreti. La classica e affollatissima non-stop musicale di Brera Musica inizia alle ore 18.00 e prosegue fino alle 21.15.

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Iris Fistarollo, viola da gamba

La voce di chi ragiona - Pyrigon

“Lo studiolo dei disegni, la saletta rossa XVIII. Un parallelismo tra il disegno, lo studio, la sala intima e un momento di riflessione, la ricerca delle diminuzioni costruite punto per punto quasi geometricamente, e invece la personalità e la passione totalmente a nudo in pochi tratti. [...]. Il sentimento e la ragione passeggiano per i giardini alla sera, e aspettano l'alba a lume di candela.
... Feci muovere il Basso al tempo di quegli, or più or meno secondo gli affetti, e lo tenni fermo tra le false e le buone proporzioni, finché scorrendo tra le varie note la voce di chi ragiona, arrivare a quello che nel parlare ordinario intonandosi, apre la via al nuovo concetto. Così scriveva Jacopo Peri, nel 1600, e colpisce la poetica bellezza dell'immagine di una musica ricamata come un pizzo prezioso intorno alla voce di chi ragiona, [...] del rimuginio su un'idea fissa, del parlare da soli interrogandosi sui propri sentimenti, tipico degli innamorati. Seguendo questo fil rouge, la viola da gamba propone diminuzioni sulle melodie di madrigali amorosi famosi sul finire del XVI secolo e all'inizio del successivo, quasi a volerle considerare ragionamenti su brani preesistenti, con l'espressività dei timbri delle voci umane in un'alternanza di sentimento, lucidità, esaltazione e tristezza”. (Iris Fisatrollo, note)

PROGRAMMA
Girolamo Dalla Casa, Anchor che col partire
Diego Ortiz, Recercada primera sobre O felici occhi miei
Giovanni Bassano, Ricercata terza
Diego Ortiz, Recercada primera sobre Doulce Memoire

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Matteo Vacca, violino
Greta Fisler, chitarra

“Nella sua Histoire du Tango Piazzolla mette in note l’evoluzione del tango argentino nel corso dei decenni. I colori vivaci che prevalgono nel dipinto di Gaudenzio Ferrari Martirio di Santa Caterina ricordano la vitalità dinamica di Bordel 1900, un tango festoso e molto schietto in cui si manifesta l’impronta rurale dei posti in cui veniva suonato. Diverso è il contesto in cui si ambienta Café 1930, dove si riflette una musica che, dopo essere stata per lungo tempo indissolubile dal ballo, diventa oggetto di un ascolto fine a sé stesso, esprimendosi in un linguaggio più musicale e romantico, carico di una malinconia inedita per questo genere e di una sensualità che ben si sposa con le raffigurazioni della Venere di Boccaccino e Peterzano (sala XV). Proprio come nelle diverse sfumature sonore del brano del compositore argentino, nella forte contrapposizione di luci e ombre dei due dipinti si esprime un’altalena di molteplici percezioni, emozioni da cui l’animo può lasciarsi trascinare verso luoghi onirici. Nel Cantabile di Paganini il moto elegante, a tratti svenevole, poi improvvisamente virile, lascia trasparire un’intenzione seduttrice che si può similmente percepire nelle figure dei due satiri in presenza della Venere peterzaniana. Il brano si sviluppa su un dialogo unanime e una comune tendenza all’assoluto: violino e chitarra confluiscono in un discorso vissuto con complicità fino a concludersi nel tono candido e calmo di un tramonto dopo un eterno pomeriggio di sole, quasi straziante tanto è intenso: è così che anche gli sguardi umani dei santi nel dipinto boccacciniano Madonna con il Bambino in gloria e i Santi Bartolomeo, Giovanni Battista, Alberto e Gerolamo (sala XV) convergono sulla figura elevata della Madonna, che in maniera catartica li avvolge in un’atmosfera serafica di pace. Misticismo e spiritualità trapelano invece dal San Francesco con le stimmate (sala XV) di Vincenzo Campi, al quale ben si accompagna Entr’acte, brano del compositore francese novecentesco Ibert: un coinvolgente fascino esotico genera incanto ed estasi, in un religioso connubio di avventura e contemplazione medievaleggianti. Ne Le Duo pour Guitare et Violon op. 35 del parigino Gatayes un’energia quasi giocosa si fonde con una cantabilità molto sciolta e solenne, dalle cui unione e giustapposizione ha origine un dinamico dialogo. È proprio l’incontro di caratteri contrastanti a plasmare un senso di equilibrio, come nel caso della Madonna col Bambino e i Santi Giovanni Evangelista e Michele di Giovanni Ambrogio Figino (sala XV), dove opposti convivono armoniosamente all’interno di uno spazio condiviso, annullandosi, sfociando l’uno nell’altro, o confrontandosi: la fragilità del Gesù Bambino con il possente vigore di S. Giovanni, il bene di una madre con il male del demonio, la stessa vita con la morte”. (Vacca/Fisler, note)

PROGRAMMA
Guillaume Pierre Antoine Gatayes, Duo n. 2 per chitarra e violino op. 35
Jacques Ibert, Entr’acte
Niccolò Paganini, Cantabile
Astor Piazzolla, Cafè 1930 (da Histoire du tango)

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Marco Drufuca, pianoforte

Cima da Conegliano, San Pietro martire con i Santi Nicola di Bari e Benedetto (sala VIII).
“Rachmaninov, nella sua musica, nella sua biografia e nella sua personalità, ricorda molto San Pietro martire, almeno per come viene rappresentato da Cima da Conegliano: una figura austera e autorevole, che porta nei gesti e nel portamento tracce di dolore. Un uomo che non ha bisogno di parlare per comunicare: Rachmaninov, l’uomo cupo e silenzioso, il ‘colosso di due metri’, come lo ricorderà Stravinsky, che ‘si presentava a casa mia portando del miele, e poi taceva’, il compositore di un preludio che esprime meglio di mille parole il suo turbamento esistenziale, il suo eterno sentirsi in esilio, nella concezione tanto cara all’ormai decadente movimento romantico. Un turbamento che cesserà solo con il morire della musica, così come per il compositore la tragica tensione della vita avrà fine solo con il cessare della vita stessa. E, ripensando ai dolori patiti dal martire domenicano, come non trovare riscontro nella drammatica Sonata, che raggiunge un momento di gloria e di certezza solo negli ultimi due accordi, dopo venti minuti di musica che alterna una consapevolezza tragica, o quantomeno drammatica, a momenti di speranza, puntualmente però messa a dura prova? La musica del compositore russo e l’opera di Cima si illustrano a vicenda, ciascuna aiuta la comprensione dell’altra: uniti, i due autori scandagliano con incredibile profondità l’inquietudine umana, che per entrambi termina nella gloria, ma non prima di numerosi travagli”. (Marco Drufuca, note).

PROGRAMMA
Sergej Vasil'evič Rachmaninov, Preludio in do diesis minore op. 3 n. 2
Sonata in si bemolle minore op. 36 (versione del 1931)
(allegro agitato - non allegro. Lento - L’istesso tempo. Allegro molto)

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Daniele Panizza, pianoforte

“Il programma inizia con l’Etude-tableaux op. 33 n. 6 di Sergej Rachmaninov (1873-1943), autore di nazionalità russa naturalizzato statunitense. In Rachmaninov, definito dalla maggior parte dei critici musicali ‘l’ultimo romantico’, si ravvisano un languore romantico e una melodia inconfondibile, un linguaggio armonico e una spiccata densità espressiva di stampo post-romantico che, uniti all’avvincente gesto melodico, costituiscono i pregi delle sue composizioni sinfoniche, corali e pianistiche.

Si prosegue con la sonata per pianoforte n. 2 op. 35 di Fryderyk Chopin (1810-1849), autore di nazionalità polacca. Grande maestro della musica romantica, è definito ‘poeta del pianoforte’, il cui genio poetico è basato su una tecnica professionale senza uguali nella sua generazione. Le influenze sul suo stile compositivo includono la musica popolare polacca, la tradizione classica di Bach, di Scarlatti, di Mozart, di Beethoven e Schubert. Le sue innovazioni nello stile, nell’armonia e l’associazione della musica con il patriottismo, sono stati influenti in tutto il periodo romantico e anche successivamente. A soli vent’anni, a seguito della repressione russa della “Rivolta di novembre”, lasciò la sua patria e si trasferì a Parigi. La lontananza dai suoi famigliari, la situazione del suo amato paese, la salute precaria erano per lui motivo di grande tristezza e malinconia, sentimenti trasfusi nelle composizioni musicali che mostrano le due anime dell’artista: quella limpida, sognatrice, malinconica, cantabile e quella più nera e a tratti disperata. I quattro movimenti che compongono l’opera 35 prodotta negli anni 1837-1839 riflettono quest’ultima. Il primo (grave-doppio movimento), il secondo (scherzo), e il quarto movimento (presto) furono costruiti intorno al terzo movimento: la marcia funebre, il fulcro, l’anima dell’intera opera. Una sorta di poema della morte. Al termine dell’esecuzione, sia chi suona sia chi ascolta si ritrova ammutolito, come oppresso da un senso di drammatica impotenza. La medesima sensazione che si prova davanti al Cristo morto nel sepolcro e tre dolenti (sala VI) che il Mantegna ha rappresentato in modo così ferocemente drammatico, così straordinariamente umano. In conclusione lo Studio trascendentale n. 10 ‘Appassionata’ di Franz Liszt (1811-1886), autore di nazionalità ungherese. Viene considerato uno dei più grandi virtuosi del XIX secolo, se non di tutti i tempi. Compositore infaticabile, ha aperto la strada al poema sinfonico, in cui la musica diventa un mezzo narrativo e descrive momenti scenici. Fu molto amico di Chopin, che ammirava. Il brano che eseguirò fa parte dei 12 Studi trascendentali il cui tema principale è un chiaro omaggio allo Studio op. 10 n. 9 di Chopin, nella stessa tonalità in fa minore”. (Daniele Panizza, note).

PROGRAMMA
Sergej Vasil'evič Rachmaninov, Étude-tableaux op. 33 n. 4
Fryderyk Chopin, Sonata n. 2 op. 35
Franz Liszt, Studio trascendentale n. 10