Clive Britton

Arrau Piano Surgery a cura di Clive Britton

inizio corso 16 novembre - è possibile iscriversi a lezione e sessione di controllo della surgery durante tutto il corso dell'anno accademico

ARRAU PIANO SURGERY
a cura di Clive Britton
in collaborazione con Griffa Pianoforti- Steinway & Sons

Villa Simonetta, via Stilicone 36, Milano
dal 16 novembre 2019

è possibile iscriversi alle due sessioni associate previste dalla surgery durante tutto il corso dell'anno accademico

Calendario dei prossimi appuntamenti

La quota di iscrizione comprende lezione e sessione di controllo a scelta all'interno del calendario complessivo (date consecutive)

15 e 16 dicembre
25 e 26 gennaio
22 e 23 febbraio
28 e 29 marzo
18 e 19 aprile
23 e 24 maggio

Dopo i positivi riscontri da parte degli studenti della Civica Scuola di Musica Claudio Abbado, il progetto Arrau Piano Surgery è aperto all’esterno per l'anno accademico 2019/2020.
Dal 16 novembre 2019 tutti i pianisti interessati potranno seguire, all’interno di Villa Simonetta, sessioni specifiche con il maestro Clive Britton, musicista e didatta anglosassone, attualmente responsabile delle iniziative musicali della Pinacoteca di Brera e allievo di Claudio Arrau, pianista cileno considerato tra i maggiori interpreti del ventesimo secolo.

Clive Britton non terrà un corso di perfezionamento nel senso tradizionale, ma una surgery, in cui i problemi di natura tecnica, interpretativa, emotiva e metodologica del pianista verranno affrontati con percorsi personalizzati, con un metodo, che affonda le sue radici nell’approccio Arrau, che non interferisce con il percorso formativo dell’allievo, che da esso potrà invece trarre il massimo vantaggio.

L’Arrau Piano Surgery, condotta da Clive Britton, è quindi un progetto meticolosamente articolato per offrire ai giovani pianisti l’accesso al metodo e all’approccio Arrau senza che ciò comporti cambiamenti nella configurazione dei propri studi e dei propri corsi. Come suggerito dal nome, la surgery si muove a imitazione di un intervento mirato, di tipo chirurgico.

I giovani pianisti possono prenotare una sessione di lavoro per discutere, analizzare e risolvere problematiche specifiche, di ordine fisico, tecnico, interpretativo e anche psicologico. A una prima sessione di un’ora farà seguito un’altra sessione di verifica dell’efficacia del primo incontro, per misurare l’assimilazione delle soluzioni proposte.
Gli incontri possono svolgersi in italiano o in inglese, a porte chiuse, così da incoraggiare un dialogo franco e schietto che resterà privato e confidenziale. Dopo la prima sessione, i giovani musicisti hanno la possibilità di prendere parte a sessioni successive.

- info Marcello Parolini, coordinatore Istituto Musica Classica Civica Scuola di Musica Claudio Abbado - m.parolini@fondazionemilano.eu

Costi
° esterni
120 euro (prima lezione e sessione di controllo) - è possibile iscriversi alla lezione e sessione di controllo durante tutto il corso dell'anno
°interni
frequenza gratuita per gli studenti della Civica Scuola di Musica Claudio Abbado
iscrizioni a.dicesare@fondazionemilano.eu.
Agli allievi della Civica Scuola di Musica Claudio Abbado sarà attribuito un credito formativo ogni due lezioni (prima lezione e sessione controllo).

“Claudio Arrau è noto per esser stato uno dei pianisti e musicisti più completi del secolo XX. Il vastissimo repertorio, il retroterra culturale, la preparazione artistica e intellettuale, estremamente ricchi, fanno di Arrau un pianista creativo sempre all’altezza delle sue stesse aspettative, estremamente alte.

Daniel Barenboim, di cui Arrau fu mentore fin dall’età di nove anni, ormai adulto, disse, con estremo candore, che c’era un immenso patrimonio di sapere e saggezza a cui attingere dagli insegnamenti di Arrau ma che lui, Barenboim, aveva troppa fretta per poterne trarre tutto il vantaggio.

La naturalità della tecnica pianistica di Arrau, la sua istintiva comprensione e l’innato sapere erano frutto di una inesplicabile predisposizione emersa fin dall’infanzia, cosa che lo rese celebre come il “Mozart cileno”. All’età di sette anni venne inviato a Berlino, con una borsa di studio del governo cileno, per studiare con Martin Krause il quale, affascinato, si rese conto subito che il bambino non necessitava di alcun insegnamento tecnico. Krause si dedicò principalmente alla creazione del repertorio di Arrau e allo sviluppo della sua educazione culturale ed accademica. Krause era stato allievo e poi collega di Franz Liszt. Liszt non focalizzava il suo insegnamento sull’apprendimento della tecnica pianistica in sé, mentre puntava sullo sviluppo della consapevolezza e delle conoscenza culturale, indispensabili alla comprensione delle esigenze poste dalle intenzioni e dal linguaggio di ciascun compositore. Krause morì quando Arrau aveva solo 15 anni e Arrau, da quel momento, non ebbe altri insegnanti. Intorno ai 18 anni, Arrau si rese conto che i suoi doni naturali dovevano maturare verso una condizione più adulta e iniziò ad analizzare e comprendere come egli stesso riuscisse a raggiungere i risultati che otteneva. Cominciò a studiare la propria tecnica e i propri movimenti sulla tastiera con l’ausilio di specchi. Nacque così quello che potrebbe essere denominato il “Metodo Arrau”: un metodo radicato profondamente su principi naturali, per cui il legame fra comprensione del testo, espressione e tecnica è imprescindibile e travalica l’approccio meramente personalizzato e soggettivo dell’esecutore.

L’approccio di Arrau fu ampiamente determinato da ciò che Krause gli trasmise a proposito degli insegnamenti e delle prassi esecutive di Liszt: ogni singolo aspetto del rilassamento nei movimenti, dell’espressione polifonica degli accordi, degli infiniti modi di realizzarli arpeggiati, delle innumerevoli sfumature dei trilli e molto altro ancora; il tutto basato su come evitare qualsiasi blocco del flusso espressivo ed emotivo causato da articolazioni rigide e movimenti tesi.
Grazie alla comprensione di una serie di leggi naturali del movimento, Arrau fu in grado di codificare i principi in un metodo che divenne la base del suo insegnamento. Esistono diversi approcci alla tecnica strumentale, ma una sola serie di leggi fondamentali che determinano ciò che è corretto o errato.

L’etica artistica di Arrau era ferrea: la sua capacità di leggere il significato all’interno dello spartito, decifrando come far parlare la musica e di cosa essa stia parlando, è un’altissima lezione di vita e di arte. Il suo profondo senso di viaggio interiore ed esplorazione artistica sono un esempio per tutti di ciò che dovrebbe essere la ricerca, la creatività e la vita musicale di un interprete. La sua ricchissima attività concertistica fu un ulteriore mezzo per convogliare ed offrire i frutti della sua esperienza nell’insegnamento. Da giovane artista, le doti naturali di Arrau furono nondimeno causa di considerevoli difficoltà psicologiche. Arrau attraversò questa esperienza con l’ausilio dell’analista jungiano Abrahamson che lo condusse ad esplorare la sfera creativa nella sua complessità e nella sua relazione con la mente, affrontando anche il tema dei rischi derivati da attese mal riposte, da ambizioni forzate o dalla percezione dei traguardi raggiunti, cose che prima o poi tutti gli artisti si trovano a dover affrontare. Disponiamo oggi di interessanti testi scritti da Arrau che gettano una nuova luce sull’argomento.

Quando Arrau morì, nel 1991, si avvertì la grave perdita di una fonte straordinaria di sapere e di spirito artistico, una fonte che è doveroso tenere viva e rinnovare.

Come testimoniato dallo stesso Barenboim, il Metodo Arrau attraversa un universo di temi fondamentali e cruciali che richiedono molto tempo e grande dedizione per essere assimilati. Al contempo, la mappa di tutti gli elementi che confluiscono a costituire questo approccio è definita in modo estremamente chiaro e ci consente di trarne beneficio e comprendere ciascuna questione specifica in tutti i suoi possibili aspetti. Notevole, degli insegnamenti di Arrau, è la possibilità di disporre di una soluzione immediata per ogni problema, laddove analizzato e affrontato in modo appropriato”.

© Clive Britton

Firenze, 28 agosto 2018