18 giugno
ancora un terzo giovedì serale di Brera Musica on line
Il Museo è chiuso ma il cuore di Brera continua a battere a tempo di musica
Proseguono i tradizionali appuntamenti con Brera Musica on line e gli allievi della Civica Scuola di Musica Claudio Abbado che, sebbene virtualmente, continuano ad arricchire l'esperienza del Museo con un repertorio che lega strettamente le opere esposte e la musica.
Per mantenere il contatto, da sempre stretto, con il pubblico, la Pinacoteca di Brera e la Civica Scuola di Musica Claudio Abbado hanno realizzato anche per il 18 giugno ancora dei video speciali.
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Jacopo Martignoni, tamburo e digital playback
Quarantine Suite
"Quarantine Suite prende forma da tre brani per tamburo solo scelti tra i "Six Unaccompanied Solos for Snare Drum" composti da Michael Colgrass nel 1957. Ho voluto affiancare a questi tre soli di carattere contrastante un digital playback di mia composizione, utilizzando suoni semplici con lo scopo di creare ritmi che dialogassero al meglio con la parte originale per tamburo e che le conferissero una nuova sonorità. Ho trovato un'analogia con l'opera "La camera incantata" di Carlo Carrà, realizzata nel 1917: l'artista ha voluto rappresentare oggetti ordinari realizzando una sorta di racconto, dando valore e un forte impatto visivo a cose apparentemente prive di significato. Mi piace pensare che la stessa idea possa aver accomunato molti di noi che in questi mesi di quarantena siamo stati costretti a vivere dentro quattro mura cercando di trovare la magia e il valore di certi oggetti che prima di questo periodo non consideravamo e che invece ci hanno dato la possibilità di vagare con la mente e, perché no, trovare ispirazione per creare qualcosa di nuovo. Questo è quello che è successo a me nel dare forma a questa performance. Buon ascolto". (Jacopo Angelo Martignoni)
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Chiara Greco, flauto
Fabio Ponzelletti, corno
Gianmarco Frau, chitarra
Christian Dickhut, Adagio dal Trio op.6
"Il trio composto da Chiara Greco al flauto, Fabio Ponzelletti al corno e Gianmarco Frau alla chitarra propone il primo tempo, un adagio, tratto dal Trio op.6 per chitarra, flauto e corno di C. Dickhut, cornista e compositore che si colloca tra la fine del ‘700 e gli inizi dell’800. La struttura formale classica e lo stile sognante di questo brano rimandano a un paesaggio lagunare nel pieno della sua attività giornaliera. In particolare ai quadri del Canaletto: la Veduta del bacino del Canal Grande verso la Punta della Dogana, da Campo san Vio e Veduta del bacino di San Marco dalla Punta della Dogana. L’artista, maggior esponente della corrente vedutista, attraverso l’utilizzo della camera ottica e della prospettiva, raffigura la vita di tutti i giorni emergere nelle piccole figure perfettamente definite, nei riflessi delle architetture nel mare, nel cielo infinito. La visione di questi quadri si addice al primo tempo del brano di C. Dickhut, un adagio che con la sua sonorità, tramite l’utilizzo prevalentemente del piano come dinamica e di un fraseggio semplice e sinuoso, sembra voler emulare il dondolio delle gondole coinvolgendo lo spettatore in una Venezia senza tempo". (Greco/Ponzelletti/Frau)
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Laia Blasco-Lopez, Caterina Chiarcos, Andrea Gavagnin, voci
Jeremy Nastasi, liuto
Su la rivera - madrigale
Anonimo XIV secolo, Codex Rossi 215, Biblioteca Apostolica Vaticana, Roma
Dolce lo mio drudo -madrigale
Anonimo XV secolo, Codex Reina, Fr. 6771, Bibliothèque nationale de France, Paris
Amor mi fa cantar a la francescha - ballata
Anonimo XIV secolo, Codex Rossi 215, Biblioteca Apostolica Vaticana, Roma
Dame vailans de pris - ballade (1'45'')
Anonimo XV secolo, Codex Reina, Fr. 6771, Bibliothèque nationale de France, Paris
"Il 10 febbraio 1791 nasceva a Venezia Francesco Hayez, nella parrocchia di Santa Maria Mater Domini, del sestiere di Santa Croce, presso cui è ancor oggi visibile lo stemma di una Compagnia della Calza. Nate nel 1400, queste associazioni erano formate dai giovani veneziani, che si riunivano per organizzare feste, concerti, serenate e rappresentazioni teatrali, elegantemente vestiti con giubbe di seta dalle maniche tagliate per far vedere la camicia e calze del colore della loro Compagnia di appartenenza: rosso, verde, azzurro, con motti o stemmi ricamati. Ci piace immaginare che sia questo il vivace e poetico Medioevo che ha ispirato Hayez per uno dei suoi quadri più famosi: Il Bacio. Entrato a far parte della collezione della Pinacoteca nel 1886, ebbe fin da subito uno strepitoso successo sia per l’ardito e appassionato bacio che si scambiano i due personaggi sia per l’ambientazione medievale tanto cara al Romanticismo ottocentesco. Da Milano, Venezia e Bruxelles abbiamo voluto cercare la musica più adatta all’abbraccio degli innamorati del dipinto, scegliendola tra le composizioni a tema amoroso conservate nei codici Rossi, Reina e Squarcialupi, a cavallo tra Tre e Quattrocento. Le voci e il liuto si rincorrono tra brillanti agilità, declamazioni del testo e improvvisi silenzi. Secondo lo stile italiano, i madrigali a due voci proposti mantengono il testo in sincronia per sottolinearne il senso poetico anche quando la voce superiore volteggia in passaggi virtuosistici che decorano il solenne rigore del tenor. Tutt’altro gioco si sviluppa nella sovrapposizione dei tre testi della spettacolare ballade in stile francese 'Dame vailans de pris', in cui un giovane elenca i pregi della sua innamorata, che gli risponde giurando lealtà al suo affetto; la terza voce, moraleggiante, applaude la loro felice unione, per poi ricongiungersi tutte insieme per il motto finale: solo un amore sincero può durare in eterno". (Blasco-Lopez/ Chiarcos/Gavagnin/Nastasi)
“Se è vero che la musica, come affermava Leonardo, si caratterizza per essere la figurazione dell’invisibile, ovverosia l’arte con cui proviamo a dare una forma a ciò che forma non ha, coniugare musica e immagine si prospetta come un’antica e insieme attualissima utopia dello stupore e dell’allusione, una tensione interiore cui l’uomo non vuole proprio rinunciare. Ci spinge l’irresistibile impulso a vivere a cavallo di due mondi, a scrutare cosa l’invisibile sa dirci del visibile, e viceversa. La collaborazione con la Pinacoteca di Brera nasce esattamente da questo sentire comune, da questo gioco allusivo e analogico sul filo dell’interferenza, un gioco che non vuole però mai spingersi oltre la soglia del descrittivismo, del significato fisso e univoco. Osservando i volti, gli atteggiamenti e l’incedere dei visitatori dei “terzi giovedì musicali” che attraversavano le sale facendo liberamente oscillare i propri sensi tra musica e immagine mi sento di dire che tale spirito è stato felicemente proposto e recepito.”Andrea Melis, Direttore della Civica Scuola di Musica Claudio Abbado