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Piccola Luce

testo di Gianluca Madaschi - regia di Rachele Pesce

Spettacolo inserito nel progetto RICORDARE IL FUTURO
a cura della Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi
in collaborazione con il Teatro Elfo Puccini di Milano
con il sostegno progetto speciale MiC
21 ottobre | 5 novembre 2023
Sala Fassbinder - Teatro Elfo Puccini
C.so Buenos Aires 33, Milano

Crediti

drammaturgia | Gianluca Madaschi
tutor di drammaturgia| Sonia Antinori

regia| Rachele Pesce
assistente alla regia | Gianluca Madaschi
tutor di regia | Massimiliano Cividati

Interpreti e ruoli
Luisa - Simona Bordasco
Tommaso - Flavio Innocenti
Alberto - Lorenzo Gatto
Nicola - Francesco Santarelli

musiche | Jacopo Cracco e Simone Vitiello
tutor di composizione | Mario Arcari

scene e costumi | Carlo Sala
assistente scene e costumi | Roberta Monopoli
contenuti video | Fabio Brusadin
sound design | Hubert Westkemper
luci | Nando Frigerio

Il testo

Genova, Luglio 2001.

Genova, Luglio 2001. Un evento di portata globale modifica il nostro modo di percepire la realtà. Genova non è solamente una tragedia accaduta in quei giorni. La sua eco è arrivata lontano, tanto nello spazio quanto nel tempo. Siamo in un piccolo paese di una piccola provincia del Nord Italia. Questa è la storia di una famiglia qualsiasi. O meglio, di una famiglia il cui figlio più piccolo, a Genova, ci è andato. E ora ci troviamo a casa loro. Due anni dopo.
Gianluca Madaschi

Nota di regia

I quattro protagonisti della vicenda abitano un luogo asettico, una metaforica isola artificiale in cui poter avere l'impressione di essere al sicuro da una realtà che li raggiunge solamente filtrata. Il dramma condiviso che ha trascinato un’intera famiglia in questo limbo incombe pesante come qualcosa di cui non si può parlare, così ciascun componente non riesce a far altro che cercare palliativi per fuggire dal proprio dolore. I giorni passano e le stagioni si susseguono, ma i ricordi non smettono di bruciare: l’unica possibilità di liberazione risiede nel trovare il coraggio di affrontare insieme i fantasmi del passato e l’incertezza verso un futuro che sembra sempre più fragile.
È l’esperienza terrificante e meravigliosa di attraversare per la prima volta uno spazio aperto. Forse l'unico modo per superare la paura della fine è la consapevolezza che il dolore provocato dai resti di ciò che è stato possa avere ancora un senso.
Rachele Pesce

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