25 marzo 2018 ore 20.30
Fabbrica del Vapore, Cattedrale
via Giulio Cesare Procaccini 4, MI - ingresso libero
Elégie
Omaggio a Claude Debussy nel centenario della morte
25 marzo 1918/25 marzo 2018
con gli allievi della Civica Scuola di Musica Claudio Abbado
Elégie (dicembre 1915), per pianoforte
Troisième Sonate (aprile 1917), per violino e pianoforte - allegro vivo
- Le balcon, Charles Baudelaire - lettura
Les Soirs illuminés(marzo 1917), per pianoforte
Première Sonate (agosto 1915), per violoncello e pianoforte - sérénade et finale
- Noël des enfants, Claude Debussy - lettura
Noël des enfants qui n’ont plus de maison(dicembre 1915), per voce e pianoforte
- Su Debussy, Paul Hindemith - lettura
Deuxième Sonate (ottobre 1915), per flauto, viola e arpa - final
Camilla Tosetti, flauto
Martina Nifantani, arpa
Camilla Rizzolo, pianoforte
Iacopo Rossi, pianoforte
Laure Kieffer, canto
Miklos Papp, violino
Giulietta Bianca Bondio, viola
Maria Calvo, violoncello
con la gentile partecipazione dell’attore Silvano Piccardi per le letture
La Civica Scuola di Musica Claudio Abbado e i suoi studenti omaggiano Claude Debussy a cento anni dalla morte, il 25 marzo, nel giorno esatto della sua scomparsa.
Un contributo che, punteggiato da letture, ci guida, attraverso un progetto concepito ad hoc per la ricorrenza, nella rivisitazione delle pagine conclusive della produzione del grande musicista.
Elégie è il penultimo brano per pianoforte: breve, suggestiva pagina tornata alla luce nel 1878, a più di cinquant’anni dalla sua composizione, destinata a un album intitolato Pages inédites sur la femme et la guerre, Pagine inedite sulla donna e la guerra. L’opera, spia dello stato di rassegnazione in cui si trova l’autore, venne scritta il 15 dicembre 1915, quando, non ancora ristabilito da un’operazione affrontata poco prima, Debussy è profondamente turbato dagli eventi della prima guerra mondiale.
In programma anche le tre ultime sonate: la Troisième Sonate risale all’aprile 1917, ma, sempre del 1915, anno in cui si registrano intensi mutamenti di ispirazione, è la Première Sonate per violoncello e pianoforte, ricerca condotta, nel devastante panorama storico del tempo, per promuovere l’eredità della musicale della cultura francese, e la Deuxième Sonate, “terriblement triste, et je ne pais s’il faudra rire ou pleurer en l’ecoutant. Peut-être le deux”, come confida il compositore all’amico Godet.
Ancora del 1915, anno inquieto ma ricco di fermento creativo, è Noël des enfants qui n’ont plus de maison, i cui protagonisti sono bambini rimasti orfani: canzone natalizia per voce e pianoforte composta nel pieno della guerra, e, contemporaneamente, testo concepito, dallo stesso Debussy, come limpida e disperata condanna dell’invasione tedesca in Francia (Nous n'avons plus de maisons!/Les ennemis ont tout pris, tout pris, tout pris,/Jusqu'à notre petit lit!).
Del marzo 1917, infine, è Les Soirs illuminés par l’ardeur du charbon,l’ultimo pezzo per pianoforte:testimonianza toccante, il cui titolo è tratto da un verso di Baudelaire, del disagio sofferto da Debussy nell’anno che ne precede la morte. Si tratta di un brano scoperto di recente, collocato presumibilmente tra i mesi di febbraio/marzo, come si evince dalle lettere indirizzate a M. Tronquin, il commerciante che Debussy, con questa composizione, volle ringraziare per aver contribuito a rendere meno penosa la sua situazione di salute con la fornitura di carbone: “Mon Dieu que j'ai froid (25 gennaio) […] le froid continue à nous être bien dure[…] Ne pourriez-vous vraiment me faire avoir un peu de bois o de charbon?” (fine gennaio 1917).
Library of Congress, Prints & Photograps Division, photograph by Harris &Ewing [LC -DIG - hec -23688]