Mattia corrarati

“L’husky e il suo gatto bianco shizun” (Èrhā hé tā de bái māo shīzūn) di Rou Bao Bu Chi Rou

E' uscito per Mondadori il romanzo dānměi con la traduzione dal cinese del nostro diplomato Mattia Corrarati

Le parole del traduttore

Ci racconti la tua esperienza di traduttore?

"L’husky e il suo gatto bianco shizun” (Èrhā hé tā de bái māo shīzūn) di Rou Bao Bu Chi Rou è un’opera mastodontica che è stata in grado di catturarmi fin dai primi capitoli. Vista la complessità della trama, è stata necessaria una particolare attenzione nella lettura e nel lavoro di traduzione per non perdermi nella miriade di sottotrame e salti temporali.
Sono sempre stato un appassionato di letteratura fantasy, ma quando ho iniziato con questo progetto ero un vero profano di dānměi. Ho dovuto, perciò, approfondire le caratteristiche di questo genere e per farlo mi sono avvalso anche del prezioso aiuto di alcuni fan che ho incontrato nelle varie fiere del fumetto in giro per l’Italia. Credo che la sfida più grande sia stata raccontare in modo efficace non solo le vicende, ma soprattutto il lato emotivo e i pensieri dei vari personaggi, mantenendo la giusta coerenza in termini di registro e prosodia. Ho trovato inoltre molto interessante il lavoro di ricerca su tutti quegli elementi appartenenti alla tradizione, ai miti e alle leggende popolari cinesi che creano la cornice affascinante all’interno della quale si svolge la trama. L’aspetto più divertente è stato sicuramente poter dare libero sfogo alla creatività nel cercare delle soluzioni funzionali ai simpatici giochi di parole e alle varie poesie, molte delle quali appartenenti alla cultura classica.
Un ultimo grande ostacolo è stato tradurre con l’acquolina in bocca le descrizioni delle varie pietanze, soprattutto nelle ore vicine ai pasti. Per fortuna ho avuto l’opportunità di collaborare con persone preparate e umanamente ineccepibili, con le quali ho potuto avere non solo dei confronti costruttivi, ma anche un grande sostegno nei momenti di sconforto. Sono orgoglioso di essermi avvicinato ai dānměi con un’opera così grandiosa e non vedo l’ora di leggere la traduzione del secondo volume – a cura della mia straordinaria collega Giulia Massai – per poi mettermi all’opera sul terzo!"