Soggetto di rilevanza regionale con il contributo di
1a parte
Emma and the Blue Baku
musica di Bruce Adolphe
libretto di James M. Bradburne
Emma, Laure Kieffer - Mother, Midori Namikawa - Baku, Toshiki Takeuchi
Mimi, Ian Gualdani, Barbara Villa, Greta Di Lorenzo
Bambini, Rebecca Luoni, Aida Mehelean, Elena Finulli, Ginevra Cera, Chiara Konda, Violante Montano
Bianca Casertano, Giulia Fieramonte, Cecilia De Simone
Stefano Grasso, vibrafono
Jacopo Melone, marimba
Naja Mohoric, arpa
Tsuyoshi Uwaha, clavicembalo
Matteo Silvi, pianoforte
Coro Akses di voci bianche
Dario Grandini, maestro del coro di voci bianche
Loris Peverada, maestro preparatore dei cantanti
Kuniaki Ida, regia
Marcello Parolini, direttore
con la collaborazione della Pinacoteca di Brera e dell’Accademia delle Belle Arti di Brera
Dipartimento di Progettazione e Arti Applicate - Scuola di Scenografia
2a parte
Bach e Hindemith
C. P. E. Bach, Sinfonia per archi
P. Hindemith, Fünf Stücke per orchestra d’archi
Orchestra dei Giovani della Civica Scuola di Musica Claudio Abbado
Martina Verna, Pietro Cirino, Benedetta Arduini, Riccardo Brigliadoro
Jacopo Iarlori, Ginevra Ribatti, Silvia Pagano, violini primi
Alice Currao, Bianca Barbieri, Maria Bordini, Laura Alberani, Virginia D’Itri, Angelica Porta, violini secondi
Alessia Giuliani, Costanza Roberti, Delfi Merlo, viole
Rocco Pugnale, Alice Carlotta Drago, Irene Rossi, violoncelli
Giosuè Pugnale, contrabbasso
Teresa Iaiza, arpa
Carlo De Martini, direttore
La serata del 28 giugno si apre con Emma and the Blue Baku, deliziosa operina contemporanea del compositore americano Bruce Adolphe su libretto di James M. Bradburne, direttore di Brera, realizzata con la collaborazione della Pinacoteca e dell'Accademia di Belle Arti di Brera - Dipartimento di Progettazione e Arti Applicate - Scuola di Scenografia.
Protagonisti della produzione, con la regia di Kuniaki Ida, sono gli studenti della Civica Claudio Abbado diretti da Marcello Parolini, e il Coro Akses di voci bianche guidato da Dario Grandini.
Il Baku è una creatura mitologica di origine cinese, passata poi alla tradizione giapponese, considerato un essere benigno, noto per la sua capacità di allontanare il male e divorare gli incubi degli esseri umani. Il Baku, in Emma and the Blue Baku, è un mostro blu che mangia i sogni con una lunga lingua rossa e ruvida, spaventoso, ma in qualche modo anche amichevole e affascinante. Emma, bambina di 8 anni volitiva e solitaria, nel sonno scopre l'esistenza del Baku, nel momento in cui il mostro non riesce a digerire uno dei suoi incubi, e alla fine arriva a rendersi conto di quanto sia difficile la vita della creatura blu, proprio per quella strana dieta di sogni. Poi Emma fa un sogno molto bello in cui comprende l'importanza degli altri e il Baku, nonostante la sua fame, capisce che non può mangiare i sogni più belli della bambina.
Anche la seconda parte della serata ha come protagonisti i più piccoli: l'Orchestra dei Giovani della Civica diretta da Carlo De Martini, formata da ragazzi di età compresa tra i 10 e i 18 anni, si cimenta con Bach e Hindemith, di cui si eseguiranno rispettivamente la Sinfonia per archi e i Cinque pezzi per orchestra d'archi.
“Il Baku fa parte della mia vita ormai da anni. Ho incontrato per la prima volta il Baku mangiatore di sogni - una creatura della mitologia cinese e giapponese - negli anni '80, mentre viaggiavo per il Giappone alla ricerca del meraviglioso. Il Baku è apparso per la prima volta in un racconto che ho scritto nel 1993, fatto girare sotto forma di manoscritto tra amici, e pubblicato solo nel 2010. Quando la figlia del mio amico Bruce Adolphe, il compositore, ha letto la storia del Baku, ha voluto a tutti i costi che il padre scrivesse un'opera per bambini ispirata al racconto […]. Per me scrivere questo libretto è stata un’impresa nuova e affascinante […]. Mentre scrivevo mi imbattevo continuamente nel Baku: nei cassetti polverosi dei negozi di antiquariato e nelle gallerie d'arte; in Cina, in America; nei libri, nel netsuke, nei sigilli d'avorio. L'unico posto dove non ho mai incontrato il Baku sono i miei sogni, molto probabilmente perché lui se li era mangiati tutti prima che io mi svegliassi”.
James M. Bradburne