Civicamente Emanuele Sacchi

Emanuele Sacchi ci consiglia

Emanuele Sacchi è giornalista e critico cinematografico e musicale e ha selezionato per noi alcuni film del Cinema del Estremo Oriente

Emanuele Sacchi è giornalista e critico cinematografico e musicale. Collabora con MYmovies, FilmTv, Filmidee e coordina Hong Kong Express e Asia Express, siti dedicati al cinema dell’Estremo Oriente. È autore di 50x35mm. Soundtrack Rumorose (Homework, 2016), con Stefano Locati di Il nuovo cinema di Hong Kong. Voci e sguardi oltre l'handover (Bietti, 2014) e con Francesca Monti di Richard Linklater. La deriva del sogno americano (Bietti, 2017).

La Farfalla Nel Mirino

La farfalla sul mirino

Seijun Suzuki, 1969

Nell’anno della psichedelia e della dilatazione percettiva, Suzuki costruisce un noir astratto e stilizzato, violando tutte le regole del genere per scriverne di nuove. Un atto di coraggio che gli costerà caro in termini di carriera, ma che lo consegnerà all’immortalità. Innumerevoli i tentativi vani di imitazione.

Fonti – Amazon Prime Video, Chili, CG Entertainment

Sopyonje

Sopyonje

Im Kwon-taek, 1993

Qualche anno prima che la hallyu cominciasse a proporre e poi imporre al mondo la nuova ondata artistica e culturale sudcoreana, che arriverà fino all’Oscar di Parasite, Im Kwon-taek girava con il suo stile parco ed essenziale un film dedicato alla collisione tra tradizione e modernità. Una parabola drammatica raccontata attraverso i suoni del pansori.

Fonti – YouTube

Ashes Of Time Redux

Ashes of Time (Redux)

Wong Kar-wai, 1994/2008

In streaming è presente solo la versione editata, ma benché si preferisca l’editing originale, anche in Ashes of Time Redux si può ammirare lo stile ammaliante di Wong Kar-wai (le sue erratiche meditazioni intorno all’amore e al ricordo di questo) applicato al genere wuxiapian, ossia ai racconti epici di cavalieri erranti, al limite tra realtà e fantasia.

Fonti – Chili

Still Life 2006 Jia Zhangke Cov932 932X460

Still Life

Jia Zhang-ke, 2006

La complessità della nuova Cina, incrocio di ideologia comunista e industrializzazione capitalista, raccontata e condensata in un’opera lirica e surreale, allegorica e contemplativa, tra carrellate orizzontali da paesaggi infiniti e razzi che si sollevano da terra inaspettatamente. Il Leone d’oro a Venezia impone all’attenzione mondiale la rivoluzione stilistica compiuta dal regista dello Shanxi.

Fonti – Chili

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